A Frosinone la Fiamma ha corso portando con sé molto più di un simbolo olimpico. Ha attraversato il tempo, le generazioni, le storie personali e sportive di chi ha fatto del salto triplo una vocazione e una conquista. Con la Torcia tra le mani c’erano Fabrizio Donato e Andy Diaz, le ultime due medaglie olimpiche azzurre della specialità: maestro e allievo, allenatore e atleta, legati dallo stesso gesto atletico e dallo stesso traguardo.
Vederli correre fianco a fianco è stata un’immagine potente, un’istantanea capace di raccontare un intero percorso. In quello sguardo condiviso, in quel passo sincronizzato, si è riflesso il senso più autentico dello sport: la trasmissione di valori, l’esperienza che diventa guida, il talento che trova strada grazie a chi l’ha già percorsa.
La Fiamma, simbolo di continuità e di passaggio, ha illuminato un legame fatto di fiducia, sacrificio e sogni costruiti giorno dopo giorno. Un viaggio condiviso che parla di dedizione e di futuro, di chi ha aperto la strada con fatica e visione e di chi oggi la percorre con entusiasmo e responsabilità.
A Frosinone, in quel tratto di corsa, lo sport ha mostrato il suo volto migliore: quello che unisce le generazioni, accende le aspirazioni e ricorda che ogni traguardo è il frutto di un salto compiuto insieme.