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La Diga di Carsoli nel pieno delle sue funzioni, quasi ultimati i lavori del megaprogetto. Un iter durato dieci anni.

Carsoli – E’ ormai entrata nel pieno delle sue funzioni la diga artificiale costruita in località Rio Valle Mura in territorio del Comune di Carsoli. L’area, è stata interessata da importanti lavori che hanno rivoluzionato l’ambiente con specifica identificazione nella zona posta in prossimità del bivio per Tufo di Carsoli lungo la S.S. Tiburtina che dal capolugo conduce a Pietrasecca e verso Tagliacozzo, Avezzano. Lavori per la costruzione di vasche di laminazione che sono stati preceduti da un lunghissimo iter procedurale che ebbe inizio diversi anni fa. Il Comune di Carsoli per le sue caratteristiche di elevato rischio idrogeologico, rientrò in un corposo finanziamento che il Ministero dell’Ambiente ebbe ad assegnare alla Regione Abruzzo, quaranta milioni di Euro complessivi. Di questi una prima tranches di cinque milioni di euro vennero assegnati al territorio di Carsoli per fronteggiare possibili emergenze di rischio alluvione. Un mega progetto che venne presentato dalla Beta Studio in Sala Consiliare e che sembrava essere una opera faraonica, alla quale successivamente seguì anche qualche contestazione politica, poi sopita con l’avvicendarsi delle varie legislature. Si parla di tutto, di molto ma poca è l’attenzione che si rivolge a questo progetto che ha cambiato anche l’assetto ambientale di questa intera area. Una pianura sconnessa ed incolta è stata sostituita da una nuova realtà completamente cambiata, come il corso naturale del fiume, che è stato condizionato in base alle nuove progettazioni. Inizialmente la gestione dell’intera opera era destinata ad essere seguita da altre istituzioni come il Bacino Tevere, ma venne data l’opportunità al territorio di gestirla come ente di avvalimento, conferito al Comune di Carsoli per decreto del Commissario Straordinario del Ministero dell’Ambiente, le cui funzioni vennero poi avocate dalla Regione Abruzzo. In questo modo il Comune ebbe a poter dire la sua, e quindi gestire direttamente l’opera pur senza far transitare i fondi per il proprio bilancio, nè in entrata nè in uscita. I lavori sono ancora in fase di ultimazione, ma il corso fluviale e la diga nella sua imponenza e tecnologia possono essere già valutate per la sua funzione di “blocco” e controllo di una eventuale piena proveniente da monte. Nella parte a nord si può osservare il corso fluviale ed una nuova ambientazione, con un percorso che potrà essere sicuramente  apprezzato e goduto per passeggiate rilassanti nel verde. Nella parte a sud, poi ci sono i terreni dei privati, i quali sono stati oggetto di procedure di esproprio con servitù perpetua di allagamento per eventuali emergenze. Indennità che sono state corrisposte a detentori a vario titolo di beni, che sono rimasti nell’utilizzo privato ma sui quali è prevista la diffusione d’acqua condizionata per evitare una alluvione al centro abitato poco distante. Una mitigazione importante dunque di un rischio idrogeologico. Un iter burocratico però non liscio come l’olio. Diverse sono state le modifiche apportate al progetto in corso d’opera, e nell’ambito della assegnazione dei lavori, procedure di gara ecc.ecc. pendono ricorsi a competenti Tribunali Amministrativi.  Nel frattempo però l’opera è ormai quasi compiuta ed ultimata.