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L’ esame di stato si rifà il look: meno materie orali e condotta decisiva. La nuova maturità al via nel 2026

La Camera dei Deputati ha approvato la legge che introduce significative modifiche all’Esame di Maturità che entreranno in vigore a partire dal 2026. La riforma mira a rimodulare la struttura della prova finale, intervenendo in particolare sulla composizione della commissione e sulla prova orale.

Secondo le nuove disposizioni, torna il nome storico di “Esame di Maturità” (abbandonato nel 1997 a favore di “Esame di Stato”) e introduce diverse novità strutturali a partire dal 2026; il colloquio orale vedrà una riduzione delle discipline oggetto d’esame, che scenderanno da sei a quattro. Anche la composizione della commissione subirà un cambiamento, prevedendo la presenza di due commissari interni e due esterni.

La riforma stabilisce inoltre l’obbligatorietà di sostenere con successo sia le prove scritte sia il colloquio orale per superare il nuovo Esame di Maturità.

La prova orale dovrà integrare anche la valutazione del percorso formativo complessivo dello studente, includendo l’Educazione Civica e le esperienze di formazione scuola-lavoro (ex PCTO).

Viene specificato che l’equivalente di una “scena muta” (non rispondere alle domande) sarà considerato causa di bocciatura.

Torna ad avere un peso significativo il voto di condotta sul percorso dello studente:

• Un 5 in condotta comporterà la bocciatura automatica.

• Uno studente con 6 in condotta sarà tenuto a sostenere una specifica “prova di cittadinanza attiva”.

• Il massimo del punteggio finale sarà riservato solo a chi avrà conseguito almeno 9 in condotta.

Queste modifiche si inseriscono in una lunga storia di evoluzione dell’esame che, istituito per la prima volta nel 1923 con la Riforma Gentile, ha subito numerosi cambiamenti strutturali nel corso di un secolo, mantenendo il ruolo di momento cruciale per la conclusione del percorso scolastico superiore.