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Incendi a Pescara, il sindaco: “se c’è mano dell’uomo che bruci all’inferno”

Il primo cittadino Carlo Masci: "Sette inneschi sono tanti per pensare all'autocombustione. Se c'è stata la mano dell'uomo, quella mano bruci all'inferno"

PESCARA – È pronto a chiedere lo stato di emergenza il sindaco di Pescara Carlo Masci per gli “incalcolabili” danni subiti dalla Riserva dannunziana a causa del devastante incendio di ieri. È lui stesso a dirlo all’agenzia Dire facendo il punto sulla situazione il giorno dopo i fatti su cui ora indaga la Procura. E se, come sembra dai sette inneschi trovati, dietro quanto avvenuto c’è la mano dell’uomo, aggiunge Masci “che quella mano bruci all’inferno”.

La situazione oggi appare sotto controllo – spiega il primo cittadino pescarese alla Dire – perché i focolai sono stati tutti spenti. Veramente c’è il fumo che esce dalle ceneri, quindi i vigili del fuoco stanno monitorando la situazione anche per verificare se ci sono piante che devono essere abbattute. In generale però la situazione è sotto controllo e non ci sono persone che hanno subito danni fisici“. Venti quelle che ieri sono finite in Pronto Soccorso, ricorda, ma solo un caso di live intossicazione.

Molti i palazzi evacuati nel momento di massima pericolosità, ma quasi tutti i cittadini nella tarda serata di ieri sono potuti rientrare. Dei 60 che non hanno potuto farlo e che ora stanno tornando a casa, 39 sono stati sistemate dall’amministrazione al Pala Becci del Porto Turistico (tra queste 33 suore dell’istituto di via De Cecco), mentre altre 21 hanno trovato ospitalità dai partenti, spiega il sindaco.

Sulla dinamica Masci sottolinea come il vento caldo di ieri non abbia fatto altro che contribuire al propagarsi delle fiamme che da via Terra Vergine sono prima arrivate a Fosso Valle Lunga per poi raggiungere la spiaggia e la Riserva integrale dove, sottolinea “hanno trovato terreno fertile dato che, essendo Riserva integrale, nulla può essere toccato, neanche i rami secchi“. Di lì poi la risalita sopra la collina di San Silvestro. Ad impedire il peggio l’intervento delle squadre di soccorso, un canadair e due elicotteri “che hanno fatto miracoli”, tiene a precisare.

Alcune macchine sono andate a fuoco, anche qualche giardino, ma i danni maggiori sono proprio quelli che interessano il polmone verde della città. “I danni sono incalcolabili – spiega Masci – Quella è la tradizione, la storia, il cuore verde della città. Dal punto di vista ambientale i danni sono inimmaginabili. Partiremo subito per contarli, ma anche per risanare la pineta. Chiederò lo stato di emergenza“, annuncia, non facendo mancare parole d’affetto ai tanti cittadini che si sono attivati con secchi e pompe pur di dare una mano. “I pescaresi hanno dato l’anima. Ora ci prepariamo a ripartire. La pineta dovrà risorgere meglio di prima perché questo è il nostro cuore verde e dobbiamo tutelarlo”.

Visti i sette inneschi, è davvero immaginabile che si tratti del gesto di un piromane o si stanno vagliando altre ipotesi, visto che sui fatti ora indaga la Procura? “Questa attività io la lascio agli inquirenti – aggiunge il sindaco – Il pensiero di un cittadino pescarese è che sette punti in cui si è sviluppato il fuoco sono tanti per pensare che sia stata autocombustione. Poi un’altra cosa mi fa riflettere: in Abruzzo ieri ci sono stati molti incendi e diversi in riserve protette. Ho l’impressione che qui ci sia stato un attacco al cuore verde dell’Abruzzo e quindi dobbiamo difenderci. Mi auguro – conclude Masci – che se c’è stata la mano dell’uomo, quella mano bruci all’inferno“. (www.dire.it)