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In Cucina con Nando: Il Ritmo Sacro delle Neole di Colli di Monte Bove

In Cucina con Nando: Il Ritmo Sacro delle Neole di Colli di Monte Bove

Benvenuti in un nuovo appuntamento della nostra rubrica. Oggi ci troviamo a Colli di Monte Bove, frazione di Carsoli, dove il tempo sembra essersi fermato per custodire un segreto dolce e antico. Siamo in compagnia di Nando, custode sapiente delle tradizioni culinarie del borgo, per scoprire il dolce simbolo del Natale locale: le Neole.

Raffaella: Nando, entrare nella tua cucina è come fare un salto nel passato. Qui le Neole non sono solo un dolce, ma un vero e proprio rito. Cosa rappresentano per la comunità di Colli di Monte Bove?

Nando: Vedi, Raffaella, a Colli la Neola (che molti conoscono come Ferratella) è il dolce dell’attesa. Prepararle significa onorare la “Buona Novella”. Non è solo cucina, è una liturgia domestica che si tramanda di generazione in generazione. Ogni gesto che vedi fare a me oggi, lo facevano i miei nonni e i bisnonni prima di loro.

Raffaella: C’è un dettaglio che mi ha colpita profondamente: il tempo di cottura non si misura con il cronometro, ma con la fede. Ci spieghi come funziona?

Nando: Esatto. Una volta non c’erano i timer digitali. L’impasto viene versato tra le piastre del ferro arroventato e, per ottenere la doratura perfetta, si recita un’Ave Maria per un lato e un’altra Ave Maria per l’altro. È un modo per santificare il lavoro e per scandire il tempo con pazienza. Mentre la preghiera sale, il dolce cuoce.

Raffaella: Parliamo del “ferro”. È un oggetto affascinante e pesante. So che ogni famiglia aveva il suo, quasi fosse una firma…

Nando: Proprio così. Anticamente i ferri erano forgiati a mano e ogni famiglia aveva il suo decoro a losanghe personalizzato. Il mio, a cui tengo moltissimo, è di una raffinatezza rara: all’interno è incisa la Presentosa, il gioiello simbolo dell’Abruzzo. È il ciondolo che si regalava come promessa d’amore. Quindi, ogni Neola che esce da questo ferro non è solo un dolce, ma è una piccola promessa di bene che offro a chi la mangia.

Raffaella: L’odore che si sprigiona è celestiale. Ma come si gustano al meglio secondo la tradizione di Colli?

Nando: La Neola deve essere croccante ma accogliente. La farcitura tipica è con un velo di miele locale e noci tritate. È un abbinamento semplice, ma che racchiude tutta l’energia della nostra terra. È una delizia che scalda il cuore nelle serate fredde di dicembre.

Raffaella: Grazie Nando, per averci ricordato che il segreto di un buon dolce non è solo negli ingredienti, ma nel tempo e nell’amore che gli dedichiamo.