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“In cammino verso la Santissima”: il pellegrinaggio di Carsoli che attraversa le generazioni

Un viaggio di fede, una tradizione che resiste al tempo, un canto che echeggia tra i monti: così ogni anno la compagnia di Carsoli si mette in cammino verso il cuore spirituale della valle del Simbrivio.

CARSOLI – Dalla giornata di ieri,  tra passi misurati e cuori colmi di attesa, la compagnia di Carsoli ha iniziato il suo pellegrinaggio verso il santuario della Santissima Trinità di Vallepietra. Non è solo un viaggio: è un rito, una preghiera che prende forma nel cammino, una tradizione che si tramanda da generazioni. Si parte a piedi, come sempre. E come sempre si ritorna a piedi, la domenica mattina, portando nel cuore la grazia e la stanchezza dolce di chi ha toccato il sacro.

Nel corso dei secoli, nulla ha scalfito la forza di questa devozione: né la fatica, né la pioggia, né le notti passate all’aperto sotto le stelle. Sfidando il caldo o il vento dei monti, i pellegrini marciano insieme, uniti da una fede profonda e semplice, portando con orgoglio il vessillo della loro compagnia, decorato con mani sapienti, simbolo visibile di una fede radicata e viva. Uomini e donne, giovani e anziani: tutti insieme, senza distinzioni, camminano come una sola anima.

Ciò che rende questo pellegrinaggio unico nel suo genere è la sua autenticità: si arriva a piedi, proprio come si faceva secoli fa. Chi non può andare a piedi vi si reca con l’auto ma poi si ricongiunge alla compagnia. Non si cerca la comodità, si cerca il senso. Il cammino stesso diventa preghiera, e le voci si fondono in canti che raccontano storie di devozione, sacrificio, speranza. Il momento più toccante arriva domenica mattina, quando la compagnia fa il suo ingresso al santuario: il canto dell’inno alla Santissima Trinità si alza solenne, rimbombando tra le rocce e le valli, portando con sé le intenzioni, le lacrime, le promesse di un popolo in cammino.

Il santuario di Vallepietra, incastonato tra le vette, accoglie ogni anno decine di migliaia di pellegrini provenienti da ogni versante: ciociaro, sublacense, abruzzese. Vallepietra diventa, nei giorni dopo la Pentecoste, il cuore pulsante della spiritualità popolare. La valle solcata dal fiume Simbrivio, con le sue cascate e i suoi torrenti, sembra voler imitare quel flusso umano inarrestabile che scende dai monti per abbracciare la Trinità. E in una delle lodi più care ai pellegrini si canta proprio questo: l’acqua che scorre e la gente che accorre, unite nello stesso misterioso e bellissimo movimento di vita.

Il pellegrinaggio di Carsoli, così come quelli delle altre località viciniore,   non è solo memoria: è presente. Parla ancora oggi, con un linguaggio antico ma comprensibile a chiunque apra il cuore. Camminare insieme, condividere il pane, le preghiere, la fatica, significa riscoprire la forza della comunità, la bellezza della fede incarnata nella semplicità.

Ed è per questo che ogni anno, senza bisogno di inviti o pubblicità, le generazioni si ritrovano. I nonni con i nipoti, i padri con i figli. Tutti sanno che quel cammino verso Vallepietra non è solo un dovere, è un dono. È l’appuntamento dell’anima con la sua sorgente più vera. È la voce di una tradizione che non smette di parlare, anzi: oggi più che mai, si fa sentire con forza, tra le pietre dei monti e i canti dell’alba.