Immigrazione clandestina, blitz del N.I.L. di Chieti: arrestato il capo dell’organizzazione criminale
CHIETI – Dalle prime luci dell’alba, i Carabinieri del NIL di Chieti, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila e avvalendosi del operativo dell’Arma territoriale, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale aquilano, nei confronti di un quarantacinquenne bengalese e contestualmente hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 19 persone, tutte gravemente indiziate, a vario titolo, dei delitti di associazione per delinquere finalizzata a commettere una serie indeterminata di reati in materia di immigrazione clandestina, tentata estorsione e rapina.
I provvedimenti giudiziari sono stati emessi sulla base delle risultanze della complessa attività investigativa condotta dai militari del NIL di Chieti che hanno fatto luce su un sodalizio criminale – operante fin dal 2022 a Pescara e in altre località abruzzesi, con proiezioni in Puglia e Campania – il quale, utilizzando in maniera fraudolenta i c.d. decreti flussi, ha confezionato 660 fittizie proposte di lavoro per ottenere i nulla osta al rilascio del visto di ingresso in Italia a favore di cittadini extracomunitari, provenienti prevalentemente dal Bangladesh.
L’associazione, oggi disarticolata, è caratterizzata da un livello organizzativo che vede coinvolti:
− imprenditori compiacenti che, non riunendo i requisiti previsti dalla legge, sono stati disposti a confezionare fittizi contratti di lavoro ovvero a costituire società ad hoc alla vigila dei click day (le giornate dedicate per l’inoltro delle istanze flussi);
− il titolare di un patronato che ha curato l’inoltro delle numerosissime istanze;
− un avvocato e un consulente del lavoro che hanno predisposto la documentazione per attestare falsamente il possesso dei requisiti previsti da parte degli imprenditori per poter richiedere la forza lavoro attraverso i decreti flussi;
− intermediari che, soprattutto in Bangladesh, hanno procacciato all’organizzazione i soggetti stranieri interessati all’ingresso in Italia, assicurando loro anche ospitalità, dietro pagamento e in alloggi degradanti.
Il volume dei profitti illeciti derivante dalla gestione illegale delle pratiche migratorie, secondo gli accertamenti dei Carabinieri, si aggira in oltre 3.000.000 di euro, atteso che sono state presentate ben 660 istanze a favore di altrettanti cittadini stranieri, 45 dei quali ottenevano il nulla osta al rilascio del visto ed effettivamente riuscivano ad entrare in Italia, anche se poi non hanno prestato regolare attività lavorativa.
Il costo di ogni singola istanza variava tra gli 8.000 e i 20.000 euro, a seconda se, oltre al nullaosta, l’organizzazione garantiva anche la sottoscrizione di un formale contratto di lavoro.
In ragione di tali considerevoli profitti, alcuni indagati hanno definito i loro illeciti affari una vera e propria “miniera”.
Nel corso delle indagini, i Carabinieri del NIL di Chieti, nel luglio 2023, a Pescara, facevano irruzione negli uffici di due imprenditori, uno abruzzese e l’altro campano, sorprendendoli mentre consegnavano a tre stranieri falsi nulla osta per l’ingresso in Italia in cambio di quasi 18.000 euro traendoli in arresto in flagranza di reato e sequestrando i locali. (Immigrazione illegale in Abruzzo, blitz con arresti dei CC Nucleo Ispettorato Lavoro di Chieti – AbruzzoLive)
Il cittadino bengalese colpito in data odierna dal provvedimento restrittivo, è risultato essere il vertice apicale della piramide associativa finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione irregolare sul territorio nazionale, vero e proprio punto di riferimento in Abruzzo per i suoi connazionali intenzionati a giungere in Italia.
Lo stesso infatti, gestiva una rete capillare di connazionali che a vario titolo si occupavano di tutte le fasi delle operazioni di ingresso, con veri e propri tariffari da versare nei confronti del sodalizio criminoso. Il complesso quadro investigativo ricostruito dai militari del N.I.L di Chieti infatti ha permesso di far luce sui ruoli delle varie figure dell’organizzazione che vanno dal reclutamento, dall’organizzazione logistica nel Comune di Pescara fino alla vendita di residenze e posti letto presso abitazioni di connazionali.
L’arrestato, si muoveva in prima persona svolgendo funzioni anche di intermediario, tanto che sono stati documentati diversi viaggi in Bangladesh nei giorni precedenti ai click day, trasferte finalizzate proprio a reclutare connazionali interessati ad arrivare in Italia. Lo stesso ha reimpiegato i profitti illeciti, avviando diverse attività commerciali a Pescara.
In ultimo, per recuperare le somme dovutegli da un connazionale per averlo fatto entrare irregolarmente in Italia, lo scorso mese di giugno non ha esitato prima a minacciarlo e poi ad aggredirlo, procurandogli lesioni e rapinandolo della somma di euro 200.
Il tutto avveniva attraverso la compiacenza di un Patronato nel cuore di Pescara gestito da una famiglia di San Severo, di un avvocato e di un consulente del lavoro reclutato per la circostanza con il fine di registrare fittizie assunzioni dei cittadini bengalesi in forza a società gestite dai soggetti tratti in arresto dai Carabinieri del N.I.L. di Chieti nel luglio 2023 a Pescara.
Alla luce di tale episodio, sussistendo l’attualità delle concrete esigenze cautelari, ne è stata disposta la custodia cautelare in carcere, in esecuzione della quale, dopo l’arresto, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Pescara.
Nei confronti degli altri 19 indagati, pur sussistendo gravi indizi di colpevolezza, non vi è l’attualità delle esigenze cautelari.