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Il sindaco di Monterotondo ricorda la strage nazifascista avvenuta nel lucchese nel ’44

Monterotondo – Il 12 agosto del 1944 a Sant’Anna, frazione del Comune di Stazzema nel Lucchese, venne compiuta la più efferata, disumana e raccapricciante strage nazifascista di quella sanguinosa estate.

I tedeschi, accompagnati da fascisti conniventi, circondarono il paese, entrarono nelle case, trucidando barbaramente tutti quanti, con mitragliatrici, bombe a mano e baionette: alcune persone vennero infilzate e bruciate vive, i corpi radunati in piazza e bruciati, le case date alle fiamme.
Le vittime furono 560: donne, anziani, 130 bambini, metà dei quali sotto i 10 anni, la più piccola di soli 20 giorni.
Fu una strage dalla ferocia indicibile, meticolosamente pianificata per sterminare la popolazione e interrompere ogni collegamento tra i civili e i partigiani, come emerse dalle indagini della Procura Militare della Spezia.
“Coltivare la memoria di quanto accadde – afferma il sindaco di Monterotondo, Riccardo Varone –  è un dovere civile e non a caso a Sant’Anna di Stazzema è intitolata una via della nostra città, a perenne ricordo e monito, vincolo di fratellanza, impegno a difendere i principi della democrazia, della Costituzione antifascista, di una pace duratura.
Alla comunità cittadina di Stazzema – in cui è nata la mobilitazione per il referendum contro la propaganda nazifascista, alla quale siamo onorati di aver convintamente contribuito – il nostro più affettuoso e fraterno abbraccio”.