Il Libanese a cena a Carsoli: Francesco Montanari conquista (e si lascia conquistare) dal V’Incanto Osteria Moderna
CARSOLI – Una serata speciale, di quelle che restano impresse. Ieri sera il celebre attore Francesco Montanari, indimenticabile interprete de “Il Libanese” nella serie cult Romanzo Criminale, ha scelto di cenare al V’Incanto – Osteria Moderna di Carsoli, lasciandosi sorprendere dalle creazioni gastronomiche che stanno rendendo il ristorante un punto di riferimento del gusto e dell’eccellenza in Abruzzo.
Montanari è attualmente protagonista della pièce firmata da Gabriel Calderón, dove veste i panni di un attore che, dopo anni di sacrifici, raggiunge finalmente il ruolo tanto desiderato. Un percorso artistico che lo ha condotto dai grandi classici – da Riccardo III di Shakespeare – fino alle più innovative produzioni teatrali contemporanee, confermando la versatilità e la profondità interpretativa che lo hanno reso un volto amato in tutta Italia.
Durante la cena, l’attore ha potuto apprezzare da vicino le proposte enogastronomiche di classe che contraddistinguono il V’INcanto: piatti realizzati con materie prime selezionate e una filosofia culinaria che unisce tradizione, creatività e attenzione per il territorio.
A riconoscerlo all’istante è stato Daniele Berardini, owner del V’INcanto, che ha rotto il ghiaccio con una delle frasi rimaste scolpite nella memoria dei fan della serie:
«Dividiamo oggi. E domani e dopodomani stiamo daccapo a quindici.»
Una battuta iconica, che Montanari ha subito colto con sorridente complicità, entrando immediatamente in sintonia con tutto lo staff del locale. Tra brindisi, racconti e aneddoti, la serata si è conclusa con uno scatto davanti alla celebre frase in vernacolo che illumina la sala grande del ristorante, diventata simbolo dell’anima autentica e accogliente del V’INcanto.
Una visita speciale che conferma, ancora una volta, come il gusto sia un linguaggio universale capace di unire persone, generazioni e storie diverse. E al V’INcanto, quando si parla di emozioni a tavola, è davvero sempre “scena buona”.