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Il cuore silenzioso di Roma: tredici lavoratori Atac premiati in Campidoglio per gesti di umanità

ROMA – Ci sono storie che non finiscono sui tabelloni delle fermate né negli orari dei mezzi, ma che ogni giorno tengono in piedi l’anima di una città. Storie di attenzione, di coraggio, di umanità quotidiana. Ieri, nella solennità del Campidoglio, Roma ha deciso di fermarsi un momento per dire grazie a chi, senza clamore, ha scelto di prendersi cura degli altri.

Tredici dipendenti Atac hanno ricevuto la Medaglia della Città di Roma Capitale per azioni encomiabili compiute nel corso del 2025: gesti semplici solo in apparenza, che raccontano invece il volto migliore del servizio pubblico.

A consegnare il riconoscimento il Sindaco Roberto Gualtieri, insieme all’Assessore alla Mobilità Eugenio Patanè, al Presidente e alla Vicepresidente della Commissione Mobilità Giovanni Zannola ed Elisabetta Lancellotti, e al Presidente di Atac Alessandro Rivera. Parole di gratitudine profonde, sentite, rivolte non solo ai singoli premiati ma a un’intera categoria che ogni giorno lavora a contatto diretto con la fragilità umana.

C’è Beatrice e Stefano, che non hanno voltato lo sguardo davanti a una ragazza in stato confusionale, restando con lei fino all’arrivo delle autorità.
C’è Roberto, dalla centrale operativa, e Gianluca, autista, che insieme hanno trasformato una segnalazione in un abbraccio concreto, ritrovando sulla linea 280 un ragazzo con sindrome di Down.
C’è Alessandro, che ha vegliato su due minori rimasti soli su un autobus della linea H, come farebbe un genitore, fino all’arrivo della Polfer.

E ancora Renato e Candido, che hanno restituito in tempi record un trolley con farmaci salvavita, ridando serenità a chi li aveva smarriti. Davide, che ha soccorso un giovane colto da malore sulla linea 223, offrendo non solo aiuto ma conforto.
Mino, operaio Atac, che sui binari ha recuperato lo smartphone di due turisti e ha rifiutato qualsiasi ricompensa, perché il senso del dovere non ha prezzo.

C’è la prontezza di Alessandro e Francesco, capaci di attivare una rete di ricerca immediata per ritrovare un bambino di dieci anni scomparso.
La delicatezza di Luigi, che sulla linea 451 ha rassicurato una bambina sola e spaventata, affidandola poi alle forze dell’ordine.
E la fermezza di Michelangelo, che ha gestito una situazione di tensione con un passeggero indisciplinato, tutelando la sicurezza e il diritto di tutti a un servizio pubblico regolare.

Sono storie diverse, unite da un filo comune: la responsabilità verso l’altro. In un tempo spesso segnato da indifferenza e fretta, questi lavoratori hanno scelto di fermarsi, di ascoltare, di intervenire.

La medaglia consegnata in Campidoglio non è solo un riconoscimento formale: è il simbolo di una città che sa riconoscere i suoi eroi quotidiani. Quelli che non indossano mantelli, ma divise da lavoro. E che, ogni giorno, fanno viaggiare Roma non solo sui mezzi, ma sui binari della solidarietà e del rispetto.