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Il Cammino di Santiago, tra fede e cultura: un viaggio lungo secoli

Il Cammino di Santiago continua a essere una delle mete europee e internazionali più frequentate dai pellegrini. L’itinerario più frequentato è il “Cammino Francese”, di 781 km, che viene percorso in un mese circa. Il simbolo per eccellenza del Cammino è la conchiglia, che i pellegrini portano appesa al collo, oppure cucita sul cappello o sull’abito.

Il Cammino di Santiago di Compostela inizia con il ritrovamento, nel IX secolo, della tomba di san Giacomo il Maggiore. Sebbene l’apostolo fosse stato decapitato in Palestina, nell’anno 44, dal re Erode Agrippa I, la Legenda Aurea di Jacopo da Varazze racconta che i suoi discepoli, con una barca guidata da un angelo, ne trasportarono il corpo in Galizia. Il documento più antico sulla scoperta delle spoglie del Santo è il manoscritto Concordia di Antealtares, del 1077, nel quale si racconta che, sotto il regno di Alfonso II il Casto (791-842), re delle Asturie, un anacoreta chiamato Pelagio ebbe la visione del luogo dove si trovava la tomba di san Giacomo. Allora il re, nell’825, si mise in viaggio per verificare la veridicità del ritrovamento, dando così inizio alla prima rotta ufficiale giacobea, nota come “Cammino Primitivo”. Ordinò poi la costruzione di una chiesa per conservare le reliquie dell’apostolo, successivamente ingrandita dal re Alfonso III, nell’895. Nel Medioevo il pellegrinaggio a Santiago di Compostela divenne, con Gerusalemme e Roma, uno dei tre principali pellegrinaggi della cristianità. Dopo la Seconda guerra mondiale, le pubbliche amministrazioni sostennero gli sforzi compiuti da laici ed ecclesiastici per recuperare il Cammino di Santiago. Nel 1985 Santiago di Compostela e il Cammino furono dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.