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Il Beato Carlo Acutis, patrono di internet: “un ragazzo normale divenuto modello di santità”

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Sabato 10 ottobre 2020 in Assisi Carlo Acutis è stato proclamato “Beato”, un ragazzo normale divenuto modello di santità. Così è stato definito, oltre a “influencer di Dio”.

Il giovane, nato e cresciuto a Milano, aveva 15 anni quando, il 12 ottobre 2008, fu stroncato da una leucemia fulminante mentre era ricoverato presso l’ospedale San Gerardo di Monza.

La Messa per la beatificazione di Carlo Acutis

Cosa avesse di speciale questo ragazzo di appena quindici anni è stato spiegato nell’omelia della cerimonia di proclamazione dal  S. E. il Card. Agostino Vallini, legato pontifico per le Basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, che ha presieduto la Messa di beatificazione. Carlo, è la risposta, “era un ragazzo normale, semplice, spontaneo, simpatico, amava la natura e gli animali, giocava a calcio, aveva tanti amici suoi coetanei, era attratto dai mezzi moderni della comunicazione sociale, appassionato di informatica, e da autodidatta costruiva programmi per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza”.

Già da molto piccolo Carlo aveva il dono di attrarre e veniva percepito come un esempio. I suoi familiari testimoniano che “sentiva il bisogno della fede e aveva lo sguardo rivolto a Gesù. L’amore per l’Eucarestia fondava e manteneva vivo il suo rapporto con Dio”. Una delle sue frasi più celebri è “l’Eucarestia è la mia autostrada per il cielo”. Gesù era la forza della sua vita e lo scopo di tutto ciò che faceva; era ugualmente molto devoto alla Madonna.

Suo forte desiderio inoltre era quello di attrarre quante più persone a Gesù, facendosi annunciatore del Vangelo anzitutto con l’esempio della vita. “Carlo sentiva forte il bisogno di aiutare le persone a scoprire che Dio ci è vicino e che è bello stare con Lui per godere della sua amicizia e della sua grazia. Per comunicare questo bisogno spirituale si serviva di ogni mezzo, anche dei mezzi moderni della comunicazione sociale, che sapeva usare benissimo, in particolare Internet, che considerava un dono di Dio ed uno strumento importante per incontrare le persone e diffondere i valori cristiani”, ha continuato il cardinale Vallini. Per lui “la Rete non è solo un mezzo di evasione, ma uno spazio di dialogo, di conoscenza, di condivisione, di rispetto reciproco, da usare con responsabilità, senza diventarne schiavi e rifiutando il bullismo digitale; nello sterminato mondo virtuale bisogna saper distinguere il bene dal male”.