The news is by your side.

I genitori di Carsoli in piazza contro la Prova Invalsi: “studenti valutati e non schedati”

988538_10204666980333611_4177475936655244746_n

Carsoli. Prosegue nel nostro territorio la protesta contro la riforma della scuola  voluta dal governo Renzi. Dopo lo sciopero dei giorni scorsi, culminato con l’affissione di uno striscione  sul portone principale della scuola Elementare Carlo Scarcella, questa volta l’oggetto della protesta diviene la prova Invalsi, odiata dagli studenti e introdotta per la prima volta nelle scuole italiane il  17 Giugno 2008. La prova, che ha lo scopo di valutare il livello di apprendimento degli studenti al terzo anno della scuola secondaria di primo anno, ha un contenuto identico per tutti gli allievi delle scuole italiane e un criterio di valutazione fondato su un sistema a riposta multipla, che renderebbe complicato quella che è stata definita la “tendenza al cheating” di molti studenti italiani, ovvero i tentativi di copiare per ottenere risultati migliori. Come è accaduto e accade in diverse città italiane, anche a Carsoli molti genitori hanno fatto sentire il loro dissenso per un tipo di prova che ricalca un sistema “aziendalistico” e poco scolastico, fondato su un criterio di competizione che ha poco, o nulla, a che vedere con le capacità critiche degli studenti. Emblematici, a tal proposito, i cartelli esposti appena al di fuori dell’istituto scolastico, che recitano chiaramente “No alle Invalsi, si al vero sapere” e “Valutati e non schedati”, opponendosi chiaramente ad un tipo di sistema che non premia la capacità critica e creativa degli studenti, ma valuta  solamente la capacità sterile di rispondere a delle crocette.

La speranza dei genitori è che il loro grido non rimanga inascoltato, ma che invece possa contribuire ad una riforma scolastica razionale, ponderata, che punti all’apprendimento indiscriminato dei discenti, senza creare una divisione tra scuole di serie A e scuole di serie B.

(Antonio Di Francesco)