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I Carabinieri di Abruzzo e Molise a Isola del GranSasso per la festa della “Virgo Fidelis”

virgo-fidelis-1 Redazione –  Grande festa per l’arma dei Carabinieri nella ricorrenza della Virgo Fidelis che ha riunito le regioni dei Carabinieri di Abruzzo e Molise. Due giorni di anticipo rispetto alla data ufficiale per ottimizzare le presenze in un sabato intriso di fede, senso dell’appartenenza e celebrazione del ruolo della gloriosa Arma dei Carabinieri. La suggestiva cerimonia si è svolta nella mattinata odierna nella splendida cornice del Santuario di San Gabriele dell’Addolorata presso Isola del Gran Sasso, alla presenza di numerose autorità civili, politiche, religiose e militari. S.E. Rev.ma Giancarlo Maria BREGANTINI , Arcivescovo Metropolita di Campobasso e Bojano e S.E. Rev.ma Michele SECCIA, Vescovo della Diocesi di Teramo ed Atri, insieme al Secondo Cappellano Militare Capo, Don Giacomo DI CECCO, hanno officiato la Santa Messa per la ricorrenza della “VIRGO FIDELIS”, Patrona dell’Arma dei Carabinieri, nell’ambito della commemorazione del 75° Anniversario della “Battaglia di CULQUALBER” e della “GIORNATA DELL’ORFANO”. Consistente la partecipazione dei Carabinieri in servizio della ricostituita Legione Carabinieri “ABRUZZO e MOLISE”, del Centro Nazionale Amministrativo di Chieti e dei Comandi Provinciali di Chieti, L’Aquila, Pescara, Teramo, Campobasso ed Isernia.  All’evento hanno aderito numerosi carabinieri in congedo appartenenti alle Sezioni dell’Associazione Nazionale Carabinieri delle due Regioni, Abruzzo e Molise, presenti anche i Carabinieri dell’Organismo di Base della Rappresentanza Militare.

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Nel suo breve intervento il Generale Michele Sirimarco, Comandante della Legione Carabinieri “Abruzzo e Molise”, ha posto l’accento sul significato della odierna cerimonia della “Virgo Fidelis” che “all’indomani della ricostituzione della Legione Abruzzo e Molise e nell’imminenza di altre grandi e significative trasformazioni, evoca il desiderio di comunità, vuole essere un messaggio per il nostro paese e rappresenta plasticamente la capacità, la forza, il desiderio di superare gli steccati, vincere gli egoismi, cogliere opportunità nelle differenze per migliorare in funzione di un bene comune condiviso, che per noi è reso possibile dal servizio di prossimità alla nostra comunità, alla nostra gente, a tutti voi…”, aggiungendo che “rappresenta anche un momento di riflessione sul senso del nostro impegno, delle difficoltà, delle insidie quotidiane, dei doveri familiari, dei nostri valori che sono proprio la traduzione laica della MISERICORDIA cui è stato dedicato quest’anno il giubileo straordinario che sta per concludersi…”

Alla cerimonia hanno preso parte, oltre ai familiari dei militari, anche i congiunti dei Caduti dell’Arma residenti nelle due Regioni. Arianna DI GENNARO, figlia del defunto Appuntato Scelto Giuseppe DI GENNARO, ha dato lettura della preghiera del Carabiniere.

La “Giornata dell’Orfano”, istituita nel 1996, rappresenta per l’Istituzione e per l’ONAOMAC (Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri) l’occasione per fornire alle famiglie dei colleghi caduti nell’adempimento del dovere un forte sostegno morale, volto ad attenuare il dolore di un vuoto che resterà per sempre incolmabile. L’attività assistenziale che l’Opera realizza in favore degli orfani è resa possibile prevalentemente da contributi volontari che rappresentano circa il 90% delle entrate e questo rappresenta motivo di vanto e orgoglio per l’Arma perché è testimonianza concreta del legame ideale che unisce l’Istituzione alle famiglie dei colleghi meno fortunati.

virgo-fidelisLa celebrazione della “Virgo Fidelis” risale all’11 novembre 1949, quando Sua Santità Pio XII proclamava ufficialmente Maria “Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri“, fissando la celebrazione della festa il 21 novembre, in concomitanza della presentazione di Maria al Tempio, dove i genitori della Vergine, Anna e Gioacchino, offrirono la loro figlia al Signore e dove la stessa rimarrà dall’età di tre anni al compimento del dodicesimo genetliaco, dedicandosi unicamente alla pietà ed al servizio del Santuario.

Virgo Fidelis” è un titolo di onore e di lode, che la Chiesa dà e con il quale invoca la Madonna nelle Litanie Lauretane, che solitamente sono cantate dal popolo Cristiano. Insigni cultori di Maria hanno dimostrato che questo titolo risale al secolo XI o XII, trovandosi in altri gruppi litanici che sono autentici e mirabili poemi popolari mariani, nei quali i titoli cantati alla Vergine Maria traggono origine dalla Sacra Scrittura, dagli scritti dei Padri della Chiesa e dalla Tradizione. Il titolo “Virgo Fidelis” racchiude in sé tutto il significato che dette la vita di Maria e della sua missione di Madre e di Corredentrice del genere umano affidatale da Dio. Maria, promessa, figurata, simbolizzata, profetizzata, venne al mondo nella pienezza dei tempi senza la colpa originale. Degna di Dio, benedetta fra le donne, piena di grazia, è stata chiamata a collaborare all’opera della restaurazione universale che avrebbe compiuto Gesù Cristo. Mentre la gloria di Maria è la sua maternità e la sua beatitudine è la fede, la sua vita, invece, è nella fedeltà alla missione ricevuta ed accolta. È  fuori dubbio, infatti, che Maria abbia ricercato continuamente la volontà di Dio nell’accoglienza della Parola Divina, nella coerenza di una vita umile e servizievole, nella perseveranza di un impegno assiduo. Questa profonda ricerca, unita ad un’accoglienza generosa, irrobustita da una forte coerenza e vivificata da una perseveranza assidua, fa di Maria la donna fedele in assoluto.

Il ricordo della Madonna viene così legato alla “Battaglia di Culqualber”, evento bellico occorso il 21 novembre 1941, che rievoca il sacrificio cruento del 1° Battaglione Carabinieri e Zaptiè in Africa orientale per la difesa del caposaldo di Culqualber: quei caduti sono andati a far parte della folta schiera di Carabinieri che, in pace e in guerra, hanno saputo compiere il loro dovere, fino all’estremo sacrificio, per tener fede al giuramento prestato.

Questi, brevemente, i fatti.

Il 18 maggio 1941, con l’onore delle armi, capitolavano le truppe che, agli ordini del duca Amedeo D’Aosta, avevano presidiato l’Amba Alagi. Rimanevano però ancora in armi presidi a Gondar. Tutt’intorno al capoluogo, infatti, erano stati realizzati 4 efficienti baluardi difensivi tra i quali, a sud est, quello di Culqualber. Culqualber, parola composita che in amarico vuol dire “passo delle euforbie”, è una sperduta località montana per la quale passava, in ripidi tornanti, l’unica rotabile che dalla lontana Addis-Abeba portava a Gondar, lontana una cinquantina di chilometri. I Carabinieri vi giunsero il 6 agosto 1941 e si schierarono con le altre unità presenti: in tutto circa 2.000 uomini tra nazionali e coloniali. Il Battaglione, agli ordini del Maggiore Alfredo Serranti, era formato da due compagnie miste, comandate rispettivamente dal Capitano Giovanni Celi e dall’allora Tenente Dagoberto Azzari. La consegna era di resistere a oltranza, impedendo al nemico di oltrepassare la Sella stradale. Inizialmente gli attacchi al caposaldo furono portati da grosse bande abissine appoggiate dall’aviazione che martellava le posizioni difensive ancora in allestimento. In più occasioni venne offerta al presidio italiano la resa, con l’onore delle armi, sempre rifiutata. Poi, a metà ottobre, il nemico ricevette cospicui rinforzi in uomini e mezzi. Il 13 novembre 1941 ebbe inizio la battaglia finale. Gli attacchi si protrassero per ben 9 giorni, finché, il 21 novembre, la resistenza dei leoni di Culqualber fu sopraffatta. Cadde il Magg. Serranti, caddero altri Eroi del Battaglione Carabinieri ed alla Bandiera dell’Arma fu attribuita la seconda Medaglia d’Oro al valor Militare con la seguente motivazione:

Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza, vi diventava artefice di epica resistenza. Apprestato saldamento a difesa d’impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze, che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi, contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell’intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per l’ultima volta in terra d’Africa, la vittoria delle nostre armi. Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa, impari lotta corpo a corpo, nella quale comandante e carabinieri, fusi in un sol eroico blocco, simbolo delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell’Arma. Culqualber Africa Orientale agosto – novembre 1941”.

Il titolo “Virgo Fidelis”  che esprime in tutto significato della vita di Maria e della Sua missione di Madre e di Corredentrice del genere umano affidataLe da Dio, non ha mai avuto una risonanza universale e un culto particolare nella chiesa. Nella liturgia infatti non esiste una festa speciale. Il merito maggiore della diffusione e dell’affermazione del culto alla “Vergine Fedele” è della “Benemerita e Fedelissima” Arma dei Carabinieri d’Italia.

Nell’Arma il culto alla “Virgo Fidelis” iniziò subito dopo l’ultimo conflitto mondiale per iniziativa di S.E. Mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, Ordinario Militare d’Italia, e di Apolloni S.J., Cappellano Militare Capo. Lo stesso Comandante Generale prese a cuore l’iniziativa e bandì un concorso artistico per un’opera che raffigurasse la Vergine, Patrona dei Carabinieri.

Lo scultore architetto Giuliano Leonardi rappresentò la Vergine in atteggiamento raccolto mentre, alla luce di una lampada, legge in un libro le parole profetiche dell’Apocalisse: “Sii fedele sino alla morte” (Apoc. 2,10).

La scelta della Madonna “Virgo Fidelis”, come celeste Patrona dell’Arma, è indubbiamente ispirata alla fedeltà che, propria di ogni soldato che serve la Patria, è caratteristica dell’Arma dei Carabinieri che ha per motto: “Nei secoli fedele”. L’8 dicembre 1949 Sua Santità Pio XII, accogliendo l’istanza di S.E. Mons. Carlo Alberto di Cavallerleone, proclamava ufficialmente Maria “Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri”, fissando la celebrazione della festa il 21 novembre, in concomitanza della presentazione di Maria Vergine al Tempio e della ricorrenza della battaglia di Culqualber.