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Guidonia, riuscito l’evento dedicato alle “donne stanche di guerra”

L'evento si è svolto presso le Ecofficina di Guidonia sabato u.s. alle ore 18.00 in un clima di grande interesse e partecipazione popolare.

COMUNICATO STAMPA – In un tempo in cui le notizie di violenze sulle donne riempiono le cronache quotidiane, l’evento “Donne stanche di guerra – Perché la guerra non è fatta solo di bombe” ha voluto accendere una luce su tutte quelle battaglie silenziose che molte donne combattono ogni giorno. La guerra di cui si è parlato non è solo quella dei conflitti armati, ma quella più subdola e quotidiana: la violenza domestica, la negazione dei diritti, l’emarginazione culturale, il peso dei condizionamenti economici e sociali.

L’incontro si è sviluppato in tre macroaree tematiche, aprendo un confronto ricco di testimonianze, competenze e proposte concrete.

1. La salute della donna, tra prevenzione e consapevolezza

Un’ostetrica, da sempre in prima linea nei consultori, ha ricordato l’importanza storica e sociale di questi presidi: luoghi fondamentali per la prevenzione dei tumori femminili, per la maternità consapevole e per l’educazione affettiva e sessuale. Un forte accento è stato posto anche sul business che ruota intorno alla donna, dalla medicalizzazione eccessiva proposta dalle multinazionali farmaceutiche alle pressioni del mercato legato alla maternità. Un invito chiaro a rimettere al centro la salute e l’autodeterminazione femminile, sottraendole alla logica del profitto.

2. Violenza di genere: educazione, giustizia, riscatto

Ampio spazio è stato dedicato al tema della violenza sulle donne. Una pedagogista ha affrontato il nodo dei modelli educativi che spesso perpetuano stereotipi e disuguaglianze, mentre un’insegnante ha sottolineato il ruolo cruciale della scuola nell’educazione al rispetto e alla parità. Una giovane avvocata ha offerto un quadro realistico della situazione legale: troppe richieste di aiuto si fermano prima della denuncia, mentre le conseguenze sui figli sono spesso devastanti e durature.

Uno spiraglio di speranza è arrivato dalla testimonianza di una social media manager, che ha parlato delle possibilità offerte dalla tecnologia per una reale autonomia economica, soprattutto per le madri single. Momento di grande impatto emotivo è stato il racconto di una donna pakistana, vittima di violenza, che dopo un lungo percorso di rinascita oggi si dedica ad aiutare altre donne nel loro cammino verso la libertà.

3. Inclusione e integrazione: oltre i pregiudizi

L’ultima parte dell’incontro ha affrontato il tema dell’inclusione, con particolare attenzione alla condizione delle donne musulmane. Un imam, portavoce della comunità palestinese del Lazio, ha chiarito come molte delle difficoltà legate all’integrazione siano di natura culturale e sociale, più che religiosa. Un messaggio forte che invita a superare i pregiudizi e a costruire reali percorsi di dialogo e accoglienza.

E’ stata l’occasione anche per comunicare la prossima apertura di uno sportello “Salute Donna” che potrà essere un aiuto e un ascolto per chi ne avesse necessità.

A chiudere l’evento, la lettura di una toccante intervista a una giovane donna gazawi: le sue parole, cariche di dolore ma anche di dignità e speranza, hanno ricordato a tutti i presenti quanto sia urgente dare voce a chi vive l’ingiustizia e non può permettersi di dimenticare.

L’evento ha visto una partecipazione attenta e sentita da parte del pubblico, segno che c’è un bisogno reale di confronto, di ascolto e di costruzione di nuove narrazioni. Perché la guerra contro le donne non si combatte solo con armi, ma anche con l’indifferenza. E proprio per questo, è tempo di dire basta.