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Grande attesa a Pereto per la quarantottesima edizione del presepe vivente

Pereto. Anche quest’anno a Pereto prenderà vita il Presepe vivente. Giunto ormai alla 48esima edizione è uno dei più longevi d’Abruzzo. Quest’anno l’evento si svolgerà il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, a partire dalle 15. Seguendo i personaggi per le vie del borgo si potranno ammirare le bellezze artistiche e architettoniche del paese – in caso di maltempo la manifestazione potrebbe essere spostata a data da destinarsi. Ogni anno ci sono dei personaggi storici che vengono affidati agli abitanti di Pereto. In questo viaggio alla scoperta di una tradizionale decennale ve ne presentiamo qualcuno. Ogni anno serviva una persona che ricoprisse il ruolo di Giuseppe, il marito di Maria, nella rievocazione del presepe. Era curioso che, in prossimità di dicembre, in paese si trovassero ragazzi che nelle ultime settimane si erano fatti crescere la barba. Sarà stata una coincidenza della manifestazione? Sarà stato per il freddo? Diversi volevano fare il ruolo di Giuseppe. Così ogni anno si trovava una persona diversa per ricoprire il ruolo di Giuseppe, personaggio che nella storia è descritto anziano e pertanto la barba conferiva un senso di antico. Rispetto a Maria, ero avvantaggiato. Camminavo, ovvero ero in piedi, mentre lei era in sella all’asino. Per me era più facile avanzare. Andavo lentamente per rendere leggero il cammino alla mia compagna di viaggio e all’asino. Ero austero, lentamente attraversavo il paese per portare i miei compagni di viaggio alla destinazione. Ero il meno considerato, ma anche io ero importante per la storia di questo evento e per la riuscita della manifestazione. Ero come un buon padre di famiglia, nell’ombra, ma pronto ad intervenire per sistemare qualcosa e per aiutare qualcuno

l ruolo di Maria in una rappresentazione vivente del presepe non è da invidiare. Per diversi anni il personaggio di Maria fu interpretato dalla stessa ragazza. Dopo il primo anno, le edizioni successive furono semplici. Diventarono più complesse quando furono scelte ragazze diverse. Alcune non erano del paese, altre erano giovanissime, altre non avevano mai cavalcato un animale. Non c’era una scuola per aspiranti al ruolo di Maria. Tante ragazze volevano ricoprire il ruolo di Maria, ma solo una la poteva fare. Scelta la ragazza che doveva impersonare Maria, si faceva un giro di prova per il paese e si doveva imparare come stare sull’asino e come comportarsi in caso di..Stare due ore su un asino, seduta da un lato, con la paura di cadere, non era facile. Arrivati alla stalla è questo il momento di riposo per me, ma della gioia per tutti. È il momento più atteso della manifestazione, l’evento della nascita. Anche calarsi nel personaggio, seria, attenta ed anche un po’ infreddolita non rendeva facile il mio ruolo. Eppure, quando entravo in scena, dall’inizio della rappresentazione, ero il punto di riferimento. Tutti volevano vedermi da vicino. Tutta la mia attenzione era riposta in Giuseppe ed all’animale che cavalcavo. Entrambi mi hanno protetto e portata a destinazione. Come nella vita, niente è facile, ma essere aiutati nel cammino, ci permette di giungere insieme alla nostra meta.

L’interprete principale di questa manifestazione sono io, il Bambinello, ovvero Gesù Bambino. Che forza! Nelle prime manifestazioni ero una statuina di terracotta, una vecchia statuina conservata nella sagrestia della chiesa. Tutti avevano paura che mi rompessi in mille pezzi. Fin da quando mi prendevano in chiesa a quando terminava la manifestazione, io ero lì, immobile e facevo la mia bella figura. In tutti gli anni che mi hanno utilizzato non mi sono fatto un graffio. Non mi sono rotto, anzi mi sono divertito, vedevo tanta gente, mentre tutto l’anno ero chiuso in una scatola di legno. Più dura fu quando ero un bambino in carne ed ossa, piccolo e vispo. La ragazza che interpretava Maria ha sudato non poco in una notte con una temperatura fresca. Tenere in braccio un bambino di un’altra persona ed in un’occasione così particolare gli ha dato una scossa. Che figura che ho fatto. Non so quante foto mi hanno scattato i vari spettatori. Ero contento anche perché vicino a me, nascosta da qualche parte nella stalla c’era la mia mamma, ma anche perché ero in braccio ad una ragazza che rappresentava in quel momento tante mamme. Sono stato un bambino fortunato e per questo auguro a tutti di nascere in un mondo migliore con bambini che corrono, giocano, studiano e sorridono.