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Giornata convulsa nella piana del Cavaliere sul tema dei miasmi, parla l’imprenditore petrolifero accusato di aggressione

Carsoli. In seguito alla denuncia presentata nei confronti di un imprenditore del settore petrolifero della Piana del Cavaliere  dalla giornalista Serena Massimini per subita aggressione,  rompe il silenzio l’imprenditore comunicando la sua versione dei fatti.

Come noto  la giornalista Rai  stava realizzando un servizio nel nucleo industriale di Carsoli sul cattivo odore avvertito da mesi in paese “Abbiamo notato all’esterno, sulla strada denominata Tiburtina Vecchia, – spiega l’imprenditore petrolifero –  davanti ai cancelli della nostra sede in Oricola, nella Piana del Cavaliere, la presenza di un paio di persone che si aggiravano nei pressi della nostra proprietà. Come è normale che sia, ci siamo avvicinati nel chiedere spiegazioni”, ha spiegato in una nota, “abbiamo trovato un uomo molto cortese e una donna.

 

Di qui si è ritenuto di chiedere legittimamente delle informazioni nel merito essendo completamente ignari rispetto a cosa stessero facendo. Alle nostre domande – prosegue l’imprenditore -l’uomo ha risposto con fare garbato, affermando di avere effettuato delle foto, mentre la donna (la giornalista) ha iniziato ad inveire ad alta voce dicendo con insistenza cosa avevamo da nascondere e che poteva fare quello che voleva.

Nulla ovviamente, a fronte di tale atteggiamento nel nervosismo generale, è avvenuto. La donna continuava, invece a farci foto e riprendere me e mio padre. Io spostavo semplicemente il telefonino della stessa che accidentalmente cadeva.  A quel punto, di fronte ad una evidente e reiterata provocazione da parte della donna, che successivamente abbiamo saputo essere una giornalista del tg regionale di Rai Tre, la reazione è stata quella di mostrare il nostro disappunto, poiché non giustificavamo affatto un atteggiamento simile, senza alcuna qualificazione preventiva e senza che ci venissero forniti elementi che giustificassero la loro presenza nei pressi della nostra azienda.

Il cellulare della donna è caduto accidentalmente, ed è stato raccolto da mio padre e immediatamente riconsegnato con tutti i contenuti da lei fotografati e filmati e senza pretendere cancellazioni o modifiche. Assolutamente non vi è stata alcuna aggressione né minaccia né tantomeno contatto fisico. Infatti non è nel nostro costume, come tutti sanno, mancare di rispetto ad alcuno. Successivamente abbiamo saputo del video che è stato registrato e diffuso a mezzo televisivo e su vari giornali in cui si rappresenta solo l’apice della discussione verbale.

Riteniamo noi di essere stati diffamati da una simile narrazione dei fatti e dalle parole della donna. Quanto riferito non rappresenta affatto la verità, distorta probabilmente per altre motivazioni dalla giornalista stessa. Le porte dei nostri stabilimenti sono aperte sempre, alle troupe, ai fotografi e ai giornalisti di qualsiasi testata, anzi ci fa piacere che possa essere documentato il nostro ciclo produttivo nel settore petrolifero, che segue ogni regola ed ogni standard di massima sicurezza fino a prova del contrario.

Ma riteniamo che chi debba venire, abbia il dovere di qualificarsi, altrimenti un imprenditore che cosa può pensare? E’ normale intervenire notando che persone di cui non si conosce il nome e la finalità stessero aggirandosi intorno allo stabilimento? Riteniamo di sì, nella difesa della proprietà e del nostro buon nome che viene scalfito da una situazione incresciosa. Il rispetto delle donne per noi è di primaria importanza e chi ci conosce sa bene come siamo fatti, vederci tacciati di aggressione ad una donna, da un diverbio è veramente inqualificabile. Siamo aperti dunque ad ogni confronto, di qualsiasi natura e con qualsiasi istituzione di ogni livello, ordine e grado”.