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Giancarlo Giannini a Tagliacozzo: Io, il cinema e la poesia

Tagliacozzo. Procede senza soluzione di continuità, la XLI edizione del Festival Internazionale di Mezza Estate, in Tagliacozzo, che domani giunge al suo ottavo appuntamento che accende i riflettori su di uno spettacolo particolare fatto di musica e poesia.

 

 

Il F.I.M.E., infatti, è un festival composito, costruito in tanti anni, che oggi continua a godere delle ragioni estetiche dettate dalla direzione artistica e generale di Jacopo Sipari e Luca Ciccimarra, nonché dal Sindaco Vincenzo Giovagnorio, sostenuto da diverse istituzioni, in primis il Ministero della cultura, la Regione Abruzzo, il Comune di Tagliacozzo, e la sinergia con istituzioni quali la Sinfonica Abruzzese, resident orchestra e l’ Accademia musicale Adalo di Alto perfezionamento vocale diretta da Donata D’Annunzio Lombardi e allo storico sostegno della Banca del Fucino.

 

 

La serata principierà alle ore 18 nel Cortile d’arme del Palazzo ducale con la presentazione di due libri. Il primo è Tra radici e cielo Un fante, un ex frate e il segreto perduto di Michelangelo, di Claudio Falcone, il quale in questo romanzo esalta le radici italiane, le tradizioni e i valori della patria, intrecciandoli con la forza della memoria e il potere della narrazione, aperto dalla prefazione del Sindaco di Tagliacozzo Vincenzo Giovagnorio.

 

 

Tra le trincee della Prima Guerra Mondiale, nasce una storia intensa e luminosa, la storia di Luigi, un fante abruzzese che ha conosciuto l’America e il dolore, e di Antonio, un sottotenente ed ex frate, colto e tormentato. Due anime diversissime, unite dal destino, dalla sofferenza e da un bisogno silenzioso di bellezza.

 

Nelle notti gelide del fronte, tra il fango e la paura, Antonio racconta a Luigi una leggenda affascinante e misteriosa: quella dell’albero di Michelangelo, che si dice custodisca una lettera mai pubblicata, un atto d’amore puro e proibito. Quel racconto diventa rifugio, forza, ispirazione.

 

 

Così, tra un’esplosione e un silenzio, si compie il piccolo miracolo di un’amicizia che supera il tempo, la guerra, la morte. La seconda presentazione proporrà “Semplicemente Normand”, in libreria per le edizioni Ianieri, il nuovo romanzo della giornalista e scrittrice abruzzese Stefania Marini, che si svolge in un Abruzzo montano immaginario. Quando la parola si fa contenitore di suoni sale in cattedra Giancarlo Giannini, atteso nel Chiostro di San Francesco, alle ore 21,15 per un racconto in musica, guidato dalla fisarmonica di Davide Cavuti in Io, il cinema e D’Annunzio.

 

Lo spettacolo è un omaggio alla straordinaria carriera di Giancarlo Giannini: attraverso aneddoti, storie e poesie, Giannini dialogherà con il pubblico e racconterà del suo rapporto con alcuni dei più grandi registi del suo tempo e del  suo legame con l’Abruzzo, il rapporto professionale con il regista Anton Giulio Majano negli sceneggiati “David Copperfield” (1966) e, ancora, “…E le stelle stanno a guardare” (1971), svelando alcune curiosità del suo percorso artistico che lo ha visto protagonista in film straordinari come “Pasqualino Settebellezze” fino alle pellicole della saga internazionale di “007”.

 

 

 

Accanto allo straordinario attore, ci sarà il compositore e regista Davide Cavuti, con il suo ensemble composto per l’occasione da Antonio Scolletta al violino, Franco Finucci alla chitarra, Martin Diaz, chitarra e voce, Candida Libera D’Aurelio vocalist. Non mancheranno momenti legati alla poesia, in cui Giancarlo Giannini interpreterà alcune delle liriche di Gabriele d’Annunzio, tra cui “La pioggia nel pineto”, e una serie di poesie e brani di grandi opere teatrali e, come se stesse chiacchierando e scherzando tra amici, da una parola sgorgheranno poesie soprattutto dedicate alle donne, come quelle di Pasolini, Gabriel Garcia Lorca, Pedro Salinas, Dante Alighieri, Leopardi, William Shakespeare, Pablo Neruda e tanti altri autori. Giannini donerà anche pagine quali il monologo di Puck de il  ‘Sogno di una notte di mezza estate” e “La morte di Cesare” di William Shakespeare, attraverso cui, cercherà di verificare come la musica possa entrare nel progetto di una scrittura e se (e come) la letteratura possa fare musica, misurandosi con la musicalità del linguaggio, a partire da quel sottofondo della scrittura che è il ritmo. “Reciterò alcuni brani di D’Annunzio, e ci saranno anche testi di Dante, Shakespeare e di altri grandi autori del passato – ha svelato Giancarlo Giannini – Improvviserò insieme alla musica. Ci divertiremo, giocando sul palcoscenico”.

 

 

“Un recital teatral-musicale che è nato per celebrare la poesia a 360° – ha commentato il compositore e regista Davide Cavuti –“Le mie musiche originali si fonderanno con le parole di Giancarlo Giannini sottolineando alcuni passaggi letterari del testo. La poesia e la cultura in generale possono contribuire a stimolare riflessioni più intime e accurate su tutto ciò che avviene attorno a noi. Ci sarà un omaggio anche a Giacomo Leopardi che, ne “L’infinito”, ci invita ad aprirci verso gli altri, ad accogliere i fratelli in difficoltà che sono alla ricerca di una speranza oltre agli infiniti spazi” .

Prossimo appuntamentoIl 10 agosto, alle ore 21,15, sempre nel Chiostro di San Francesco, Serena Autieri sarà Raffaella Carrà, alla quale deve tanti insegnamenti, ancora una prima nazionale richiesta dalla Nuova Commissione del Festival con l’orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese diretta dall’eclettico Roberto Molinelli. Verrà ripercorsa dalla showgirl napoletana, la carriera musicale dell’artista scomparsa quattro anni fa. Con l’ombelico ha rotto i tabù, con Carràmba ha portato in tv la gente comune, ricongiungendo fratelli, genitori e figli, vecchi amanti, con i fagioli è stata la vicina preferita degli italiani. Poi c’è la Raffaella Carrà cantante, quella che con i suoi successi discografici – 60 milioni di copie vendute, oltre 20 tra Dischi d’oro e di platino, quando i dischi si vendevano davvero – ha tracciato una linea invisibile che ha unito l’Italia al Sudamerica, passando per la Spagna. Facendo scoprire agli italiani le atmosfere festose e briose del mondo latino anni prima dell’invasione del reggaeton. E ai latini le belle melodie italiane, con canzoni scritte da autori come Cristiano Malgioglio, il suo maestro Gianni Boncompagni, Andrea Lo Vecchio, Franco Bracardi, Paolo Ormi, tradotte, reincise e diventate hit internazionali.