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Femminicidio Lettomanoppello: nessuna rassegnazione ma più insegnamenti

Scalera: una maggiore attenzione sulle fragilità psichiche gravi è fondamentale per una società migliore.

PESCARA-Il tragico delitto avvenuto il 10 ottobre scorso a Lettomanoppello sta ponendo maggiore luce sulle fragilità psichiche dei detenuti che una volta in carcere , peggiorano il loro stato mentale.

La garante  dei detenuti della Regione Abruzzo , ovvero colei che vigila sulla salvaguardia dei diritti e sulle condizioni di vita dei reclusi negli istituti penitenziari,in questo caso Monia Scalera, pone l’attenzione sul grave peggioramento nei prigionieri psichiatrici una volta dentro.

“Il tragico femminicidio di Lettomanoppello impone una riflessione profonda e urgente sul sistema penale e sul modo in cui la società si prende cura o, spesso, non si prende cura, di chi manifesta fragilità psichiche gravi”.

Queste le parole della Scalera. Il suo è stato un intervento molto importante teso a ribadire con forza quanto la Rieducazione non deve assolutamente rimanere un principio astratto ma una base dalla quale far ripartire la vita di una persona, che sia un semplice detenuto o un detenuto psichiatrico.

-“Non è assolutamente una mancanza di volontà da parte di chi lavora ogni giorno negli istituti penitenziari, agenti di polizia penitenziaria, funzionari giuridico-pedagogici, psicologi, direttori, amministrativi, assistenti sociali e personale sanitario, ma per carenza di strumenti, risorse e strutture adeguate. Chi commette un reato deve poter intraprendere un percorso di recupero e reinserimento sociale, costruito su misura, che tenga conto della sua storia, delle sue condizioni psicologiche, delle sue patologie e delle sue potenzialità di cambiamento. Ogni individuo ha bisogno di un piano personalizzato di trattamento, perché solo così la pena può davvero diventare occasione di riscatto e non semplice contenimento”.

Il discorso della Scalera spinge sulla problematica delle infrastrutture che mancano per rendere la connessione fra sistema sociale e sanitario più efficiente. Continua cercando di spiegare quanto questi due mondi debbano essere corresponsabili con una presa in carico dell’individuo integrata.

Aggiunge:”Il carcere non può essere il luogo per chi soffre di gravi disturbi mentali, né per chi combatte con la dipendenza da sostanze, e ancor meno per coloro che convivono con una doppia diagnosi. In questi casi, la detenzione non solo è inadeguata, ma rischia di peggiorare le condizioni di chi vi è sottoposto, trasformando la pena in un fallimento collettivo”.

Si auspica ad un maggiore impegno delle istituzioni nella rieducazione, nella cura e nella prevenzione affinché il tragico delitto di Lettomanoppello, non sia solamente un evento di cui parlare,piuttosto un punto di partenza per rinverdire umanamente un sistema penale e sanitario capace di tutelare davvero la collettività.

 

Comunicato stampa.