Con l’arrivo del mese di maggio, in molte regioni italiane si rinnova un rito conviviale che affonda le radici nella tradizione contadina e nel ciclo delle stagioni: mangiare fave fresche accompagnate dal pecorino. Un’usanza semplice ma carica di significati simbolici, culturali e gastronomici, che resiste al tempo e si rinnova ogni anno con l’arrivo delle prime giornate calde.
Un binomio antico
L’abbinamento tra fave fresche e pecorino ha origini antiche. I Romani già conoscevano entrambi gli alimenti: le fave erano considerate un cibo povero ma energetico, mentre il pecorino (formaggio a base di latte di pecora) era uno dei pochi prodotti caseari facilmente conservabili. Insieme, costituivano una merenda nutriente per pastori, contadini e viandanti.
Il 1° maggio: la festa dei lavoratori… e delle fave
In molte zone d’Italia, soprattutto nel centro, il 1° maggio, festa dei lavoratori, è anche l’occasione per organizzare gite fuori porta, picnic nei prati e pranzi all’aperto. È proprio in questa occasione che si celebra la tradizione delle “fave e pecorino”, soprattutto nelle campagne laziali, umbre, abruzzesi e toscane. A Roma e dintorni, ad esempio, è consuetudine mangiarle insieme a pane casereccio e vino rosso, magari sotto un albero o su una coperta stesa nel verde.
Perché proprio a maggio?
Maggio è il mese in cui le fave raggiungono la loro piena maturazione: sono tenere, dolci, facili da sgranare e da mangiare crude. È anche un periodo di transizione in cui il clima mite invita a stare all’aria aperta. Il pecorino, d’altro canto, è nella sua forma migliore: dopo la stagionatura invernale, è saporito ma non ancora eccessivamente forte, perfetto per bilanciare la dolcezza delle fave fresche.
Un momento di convivialità
Al di là dell’aspetto gastronomico, la merenda con fave e pecorino è soprattutto un momento di socialità. È un’occasione per ritrovarsi con amici e familiari, per celebrare l’arrivo della bella stagione, per godere dei piaceri semplici della vita. Un bicchiere di vino, una risata, il gusto fresco delle fave e quello deciso del pecorino: ecco la vera ricetta della tradizione.
Varietà regionali
Anche se l’usanza è particolarmente viva nel Lazio e a Roma in particolare, la tradizione si ritrova anche in altre regioni italiane con piccole variazioni. In Sardegna, ad esempio, le fave vengono spesso abbinate a pecorino sardo stagionato e pane carasau. In Puglia e in Campania, le fave sono protagoniste anche di piatti cotti, ma la versione “cruda e formaggio” non manca mai.
“Fave e pecorino” non è solo un piatto, è un simbolo della primavera italiana, un rito popolare che unisce generazioni e territori, un piccolo lusso alla portata di tutti. Un’usanza che ci ricorda quanto può essere ricco e profondo anche il più semplice dei gesti: sgranare una fava, spezzare un pezzo di formaggio e condividerlo con chi si ama.