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Esplosione, inchiesta per omicidio plurimo e disastro. Un sopravvissuto: “sono miracolato”

Tagliacozzo. Un’accusa di omicidio colposo plurimo e disastro colposo per il disastro di San Donato. La Procura di Avezzano ha aperto un fascicolo di indagine per l’esplosione che ha causato tre vittime e quattro feriti nella fabbrica di fuochi d’artificio Paolelli a Tagliacozzo: come conferma il procuratore capo Maurizio Maria Cerrato si indaga per omicidio colposo plurimo e disastro colposo. La visita del magistrato sul luogo è stata breve, giusto per ‘prendere possesso’ del territorio perché stanno ancora operando gli artificieri e il perito balistico incaricato dal magistrato per effettuare la perizia.

Il procuratore di Avezzano, Maurizio Maria Cerrato, uscendo dal sopralluogo nella zona del disastro di San Donato, ha confermato che i morti sono tre. È stato infatti rintracciato sotto il cumulo di macerie della casamatta il corpo della terza vittima. Ancora non se ne conosce l’identità. Il terzo corpo è nello stesso luogo dove è stato ritrovato il secondo cadavere.

Le tre salme sono state recuperate dagli artificieri e trasportate all’obitorio di Avezzano a disposizione della magistratura. I tre corpi sono quelli Valerio Paolelli (37), figlio del patron dell’azienda Sergio, di Antonio Morsani (47) di Rieti, e di Antonello D’Ambrosio (33) di Broccostella (Frosinone) ma residente a Cappadocia. Esplosione e vittime di TagliacozzoSono stati recuperati nel corso di un laborioso intervento degli artificieri e la zona è stata messa parzialmente in sicurezza. Le operazioni continueranno nei prossimi giorni. Due dei tre feriti sono stati dimessi.
“Sono un miracolato, veramente un miracolato”, ha raccontato Aurelio Chiariello appena uscito dall’ospedale, ancora scioccato al suo arrivo sul posto, “mi viene da urlare ora più di ieri. Non mi ricordo nulla di quello che è successo, nulla”.

L’accusa di omicidio colposo plurimo e disastro potrebbe scattare nei confronti di Lorenza Mattei, titolare dell’azienda di fuochi d’artificio di San Donato, moglie di Sergio Paolelli e madre di una delle vittime, Valerio. Le cause dell’esplosione sono ancora da accertare. I carabinieri, che coordinano le operazioni, dopo un summit al Comune di Tagliacozzo, ieri sono tornati nell’area sequestrata insieme agli artificieri, ai vigili del fuoco, al personale Asl, e hanno recuperato le salme. La Procura di Avezzano ha aperto un fascicolo in cui viene ipotizzato il reato di omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Per il momento il provvedimento è contro ignoti, ma nelle prossime ore potrebbero scattare gli avvisi di garanzia nei confronti degli amministratori dell’azienda familiare Paolelli, in particolare per la madre, titolare, e per il fratello Armando, rimasto illeso insieme al padre. L’inchiesta è coordinata dal procuratore Maurizio Maria Cerrato, che ieri mattina ha eseguito il sopralluogo insieme ai periti, tra cui uno balistico, nominati dalla procura di Avezzano.

Secondo il legale della famiglia, Cesidio Di Salvatore, “era un atto dovuto. Mi sembra di poter dichiarare che i miei assistiti, per quanto colpiti nel fisico e nell’animo a causa della tragedia subita, sono sereni per le indagini perché sicuramente dimostreranno che non c’è alcuna responsabilità da parte loro per quanto accaduto. La famiglia Paolelli”, ha aggiunto il legale, “ha sempre adottato uno standard di sicurezza adeguato e che veniva rispettato quotidianamente. Per noi si è trattato di un caso fortuito del tutto imprevedibile e non imputabile a nessuno di loro”. Uno dei due feriti dimessi non era assunto, ma il legale ha spiegato che “si trattava di un consulente capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato”.