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Enasarco, Federcontribuenti ricorre presso la Cedu sui “silenti”

ROMA –  “Non è bastato il nostro atteggiamento patriottico assunto in questi anni sulla questione Enasarco, cercando di lavare i panni sporchi in casa, e non far sfigurare l’immagine nazionale al cospetto di paesi, che hanno una idea più democratica per quanto riguarda la previdenza. Con l’esaurirsi del mancato impegno dell’intero Parlamento, preso con l’ordine del giorno, che impegnava il Governo a sollecitare un confronto con la Fondazione Enasarco al fine di trovare una soluzione in merito ai lavoratori silenti, ci troviamo costretti ad indire un ricorso presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), per far riconoscere le più elementari regole previdenziali che i nostri Governi non sono riusciti a risolvere”. Così in una nota Federcontribuenti annuncia il ricorso presso la CEDU.
   “Il Comitato Scientifico Legale di Federcontribuenti, ha evidenziato delle lesioni sostanziali di diritto, che si trasformano in violazioni, per quanto riguarda l’ordinamento italiano, che non è in grado di risolverli –  afferma Antonio Passaro Responsabile del Dipartimento Enasarco di Federcontribuenti –
Il sistema regolamentare della previdenza Enasarco, approvato dai Ministeri competenti dello Stato, viola costantemente l’art.3 della Costituzione, per la discriminazione di disparità di trattamento tra gli iscritti; un atteggiamento anti democratico che lede la dignità di migliaia di lavoratori, affidati a queste Istituzioni e che si ritrovano in una condizione di povertà assoluta, per la negligenza e l’incapacità di trovare soluzioni adeguate”.
   Secondo la giurisprudenza della CEDU, i diritti pensionistici rientrano nella nozione di “beni” protetti. Federcontribuenti ritiene, che la contribuzione versata nella previdenza Enasarco, ha un fine di previdenza supplementare inderogabile, e come tale deve essere riconosciuta. I regolamenti invece di agevolare la vita delle persone, con l’erogazione certa del supplemento di pensione, regolano il controllo d’uso della previdenza e dell’utilizzo della proprietà; e una espropriazione di fatto delle somme versate, con conseguente cancellazione dei beni del contribuente.
Invitiamo quindi, tutti i contributori, a partecipare per fare chiarezza sull’incapacità delle Istituzioni di sanare le lesioni di diritto sistematicamente violate nella previdenza Enasarco.
   Federcontribuenti anche a fronte di tutto questo invita tutti coloro interessati alla questione dei “Silenti” a sostenere economicamente la Federazione che, ricorda l’associazione, non ha mai chiesto fondi pubblici.