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Emozioni forti a Rocca di Botte per San Pietro Eremita con Trevi nel Lazio

ROCCA DI BOTTE – Come da tradizione si è concluso con la visita di ritorno a Rocca di Botte il tradizionale gemellaggio con Trevi nel Lazio che lega da sempre le due realtà nel comune sentire di fede e tradizione per San Pietro Eremita. Si tratta di un rapporto secolare che porta con sè la storia delle due comunità. Ma l’evento di ier l’altro, la visita conclusiva di Trevi ha rilasciato emozioni fortissime. Un tributo di grande affetto è stato rivolto alla figura del compianto Mauro Marzolini, deceduto in Alatri dopo una malattia inesorabile che lo ha portato via. L’immagine di Mauro è stata proiettata in luminosa in sfondo suscitando emozione da parte di tutti. Si tratta di una foto che la stessa comunità di Trevi aveva già consegnato alla delegazione di Rocca di Botte nella visita del 30. La lunga processione, alla quale hanno partecipato moltissimi fedeli e cittadini di Rocca e di Trevi è stata peraltro molto suggestiva, unica potremmo dire. Emozione e nel contempo gratitudine è stata espressa dal sindaco Fernando Marzolini, fratello del compianto Mauro.

Commozione forte per la comunità nel vedere il volto di Mauro splendere sicuramente da un’altra dimensione su una manifestazione che lo ha visto protagonista indiscusso per moltissimi anni.

IL GEMELLAGGIO:

Rocca di Botte è conosciuta per l’opera di conservazione dell’antico borgo costruito con pietra calcarea del luogo, per la sua antica tradizione religiosa e per l’ambiente decisamente salutare.  Nella parte bassa del paese, cioè nella vallata denominata “Piana del Cavaliere”  si è formato un villaggio, con case e ville di nuova costruzione, che ha contribuito all’aumento della popolazione, che oggi conta circa mille abitanti.Il suo territorio di circa 30 chilometri  quadrati comprende vaste zone boschive e nella zona pianeggiante terreni agricoli ampiamente coltivati.

La sua altitudine 750 metri s.l.m. e i suoi collegamenti con l’Autostrada dei Parchi, rendono il paese apprezzato dai villeggianti anche per l’aria e il clima salutare che l’ambiente dei Monti Simbruini può ancora offrire.Sono  notoriamente presenti sia una ricca fauna selvatica, sia una flora endemica particolarmente interessante.Su un monte difronte al paese si trova il santuario della Madonna dei Bisognosi a 1059 metri di altezza, dove si venera un’antica Madonna lignea del 1200 proveniente da Siviglia.

Nella chiesa parrocchiale si può ammirare un pulpito antico in marmo di notevole interesse artistico e, nella patria che ha dato i natali al famoso musicista del ‘700 Bonifacio Graziani, si conserva perfettamente restaurato e funzionante un organo del ‘600 che rappresenta una rarità su scala nazionale. A Rocca di Botte si svolgono ogni anno negli ultimi tre giorni di Agosto e otto giorni dopo in Settembre(quest’anno Domenica 6 Settembre) le feste patronali in onore di San Pietro Eremita. San Pietro nacque e visse a Rocca e morì a Trevi nel Lazio. Per l’autorità di Papa Innocenzo III fu proclamato Santo dal Vescovo di Anagni nel 1215. Sono quindi 900 anni a partire dall’anno della canonizzazione(il 1 Ottobre ricorrerà l’anniversario) che si è instaurato un gemellaggio tra Rocca di Botte, il paese dove è nato, e Trevi nel Lazio, il paese dove morì il 30 Agosto a causa di un forte attacco di febbre.

Durante la sua opera di evangelizzazione operò alcuni miracoli: si racconta che fece sgorgare l’acqua dove ancora oggi esiste la “Fonte di San Pietro”, la sorgente dove il Santo fece dissetare un viandante, raggiungibile attraverso un sentiero di  montagna; si dice anche che un ragazzo recuperò l’uso della vista e un altro l’uso delle gambe. “Le Prese di San Pierto”, un vasto appezzamento di terreno situato nella parte alta del Monte “Cima di Vallevona” (m. 1832), erano il campo dove l’Eremita coltivava il grano ottenendo sempre abbondanti raccolti. Gli abitanti di Rocca, sin dalle origini uniti nel comparato con quelli di Trevi nel Lazio, considerano così forte il legame che li unisce ai Trebani al punto da assimilarlo a quello che unisce i consanguinei ed è per questo motivo che vengono evitati i matrimoni tra gli abitanti dei due paesi. Il 29 Agosto iniziano le feste patronali in onore del Santo e nel corso della mattinata il Sindaco e la popolazione di Rocca di Botte si recano a Trevi nel Lazio dove vengono accolti dal Sindaco e dai Trebani al suono di una banda musicale. Si aprono i festeggiamenti con gli spari e seguono la processione con gli stendardi e la statua del Santo e le funzioni religiose.

Il 30 Agosto i Roccatani festeggiano il Santo riunendosi in processione con in  testa il Sindaco e  altre Autorità civili e religiose. La casa e la cappella con l’altare dove San Pietro officiava la messa rimangono aperte per consentirne la visita e il pellegrinaggio dei fedeli. Alcune donne ripetono il rito della panificazione usando il forno della casa del Santo e offrendo panini ai visitatori. Nel mese di settembre si ripete a Rocca di Botte la cerimonia tenutasi a Trevi nel Lazio. Il Sindaco e la popolazione di Rocca accolgono i Trebani al suono della banda musicale con spari e fuochi di artificio. Di sera si riuniscono in  processione in onore del Santo percorrendo le vie del paese con i ceri accesi in  mano.  Si osserva che, in occasione dei festeggiamenti, anche coloro che per vari motivi sono andati a vivere altrove e persino all’estero sentono il richiamo che esercita su di loro il ricordo e la tradizione delle feste in onore del Santo e accorrono numerosi.  Il valore dell’unione perpetuatasi tra le due popolazioni per motivi religiosi  crea emotività e larga partecipazione.

A San Pietro eremita è intitolato anche il cammino voluto dal compianto professore Enzo d’Urbano.