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Emergenza freddo: a Monterotondo una rete di sostegno per persone senza fissa dimora

Monterotondo – Il repentino abbassamento delle temperature previsto in queste ore è un pericolo anche per la vita delle persone senza fissa dimora che vivono in strada o in ricoveri precari.  Al locale di accoglienza e ricovero notturno voluto dall’ amministrazione comunale di Monterotondo e coordinato dai volontari della comunità di Sant’Egidio Monterotondo predisposto già dallo scorso anno ma limitato ora nei posti disponibili per l’emergenza Covid si è aggiunto, già dal mese di dicembre, un container acquistato dall’ufficio della protezione civile e allestito con il supporto logistico dei volontari della Protezione Civile Monterotondo sempre presenti, per arrivare preparati a questi giorni di freddo intenso. Nella rete di sostegno per i senza fissa dimora c’è anche l’ Unità di strada FORCE RDD e Folias Cooperativa Sociale, attiva sul territorio della Asl Roma 5, che insieme ai servizi sociali comunali e alle associazioni di volontariato lavora anche nella gestione dell’emergenza a Monterotondo.

“Con loro ho iniziato e continuerò nei prossimi giorni le visite ai senza fissa dimora del territorio – spiega l’assessore Matteo Garofoli – per capire necessità, problemi e possibili azioni di supporto che emergono dal confronto quotidiano con le tante professionalità impegnate nel lavoro con loro e con le istituzioni. Colgo anche l’occasione per ringraziare il Consorzio Caimo di Monterotondo e la portavoce Carla Balzanelli per il contributo economico elargito sotto Natale proprio in vista dell’emergenza freddo”.

Venerdì scorso, con il sindaco Riccardo Varone, si è svolto un momento di raccoglimento e preghiera organizzato dalla comunità di Sant’Egidio nel ricordo degli uomini e delle donne deceduti in strada a Roma e a Monterotondo, in occasione anche delle celebrazioni in memoria di Modesta Valenti, anziana senza dimora morta senza ricevere soccorsi nei pressi della stazione Termini il 31 gennaio 1983 quando alcuni passanti chiamarono un’ambulanza che però non volle soccorrerla, perché aveva i pidocchi.  Per 4 lunghe ore, diversi ospedali si rimbalzarono la responsabilità di soccorrerla. Modesta rimase in terra fino all’arrivo dell’ultimo mezzo di soccorso, che la trovò ormai priva di vita.
“Con il ricordo e con le azioni concrete – continua l’assessore Garofoli – abbiamo ribadito insieme che se esistono decine di cause che portano alla vita in strada, ancor più in un periodo di emergenza sociale ed economica, non esiste nessuna ragione valida per dimenticare, lasciare soli o non assistere uomini e donne che hanno diritto ad una vita dignitosa ed un percorso progressivo di inclusione e difesa dei diritti umani nella nostra comunità”.