Roma – Un giovane detenuto di 27 anni è stato trovato morto all’interno della sua cella nel carcere romano di Regina Coeli. A fare la tragica scoperta è stato il personale penitenziario durante il consueto giro di controllo. Sul corpo del ragazzo, al momento, non sono stati riscontrati segni evidenti di violenza.
A dare la notizia è stato Stefano Anastasìa, Garante delle persone private della libertà per la Regione Lazio, il quale ha escluso con fermezza l’ipotesi del suicidio: “Non si è trattato di un suicidio, né il ragazzo soffriva di patologie note che potessero far temere un evento del genere. Sarà comunque l’autopsia a chiarire le cause del decesso”.
L’ipotesi preliminare è quella di un malore improvviso, ma tutte le piste restano aperte in attesa dei risultati dell’esame autoptico, già disposto dalle autorità competenti.
Anastasìa ha anche sollevato un tema più ampio legato alla trasparenza nelle indagini relative ai decessi in carcere: “Credo che noi garanti territoriali dovremmo preannunciare, in ogni caso, la possibilità di costituirci parte civile nei procedimenti relativi a morti in carcere, come faceva il Garante nazionale nel precedente mandato. Questo permetterebbe almeno di ricevere notifica dalle procure sugli esiti degli accertamenti”.
L’episodio riaccende i riflettori sulle condizioni di vita nelle carceri italiane e sul diritto alla verità per le famiglie dei detenuti deceduti in circostanze ancora da chiarire.