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Convitto dell’Aquila a rischio chiusura: la lettera aperta di ragazzi e genitori

Lettera aperta degli studenti del Convitto Nazionale “Cotugno” dell’Aquila

Siamo ragazzi che frequentano il Convitto Nazionale Cotugno di L’Aquila. Abbiamo una storia da raccontare. Una storia che per il momento manca di un lieto fine, per questo vorremmo chiedere aiuto.

Il nostro convitto è un’Istituzione presente nel territorio aquilano dal 1815, una vera e propria ricchezza per tutti coloro che vogliono studiare ma che vivono situazioni di disagio. Disagio di vario genere: familiare, sociale, economico, e non ultimo il disagio che deriva dagli scarsi collegamenti tra il Capoluogo e i nostri luoghi di provenienza.

In questo ultimo secolo il Convitto ha permesso a numerosi ragazzi di realizzare i propri sogni, ha superato momenti difficili: le due guerre mondiali, il sisma del 2009 che ha lasciato profonde ferite non ancora rimarginate. Oggi si aggiunge la pandemia. Le iscrizioni sono diminuite e il Convitto, per l’anno scolastico 2020-2021 rischia di non riaprire. La preside e l’ufficio scolastico regionale stanno lavorando per evitare che ciò accada e anche noi nel nostro piccolo vogliamo collaborare offrendo la nostra testimonianza.

Tutti quanti capiamo che per lo Stato, il Convitto rappresenta un aggravio di spesa, ma per alcuni di noi esso rappresenta la prima casa, per altri costituisce un modo per raggiungere la scuola con minori difficoltà. Chiudere sarebbe un ostacolo insormontabile soprattutto per i ragazzi provenienti da famiglie mono reddito o addirittura senza reddito. Il servizio offerto da questa istituzione è eccellente, tutti se lo possono permettere senza distinzione di classe sociale. Qui dentro tutti siamo meravigliosamente uguali e tutti possiamo arricchirci grazie alle differenze che anziché dividerci ci uniscono.

Non possiamo crederci. Non vogliamo crederci. Dovremmo pensare a soluzioni alternative al convitto ma non riusciamo a rassegnarci all’idea che il nostro Convitto chiuderà.

Soluzioni alternative si tradurrebbero in gravi situazioni di disagio per noi studenti e per le nostre famiglie. Alcuni infatti dovrebbero rinunciare alla scuola scelta e frequentata finora e sarebbero costretti a trasferirsi presso altre città, altri rischierebbero di dover sospendere lo studio presso il Conservatorio di Musica, altri ancora dovrebbero rinunciare alle attività sportive.  Ci sono anche ragazzi che sarebbero interessati ad iscriversi ma sono scoraggiati da questa situazione di incertezza circa la riapertura nonché dalla collocazione logistica provvisoria post-sisma 2009.

È impensabile per noi ragazzi di 14, 15, 16, ma anche 18 anni riuscire a frequentare 6 ore il proprio istituto d’istruzione secondaria superiore, lo sport per alcuni, il conservatorio per altri, affrontare almeno 4 ore di viaggio al giorno, trovare il tempo per studiare e forse riuscire anche a vivere parte della nostra adolescenza.

Ad aggravare la situazione è la pandemia che stiamo vivendo. Non si conoscono infatti le modalità della didattica in presenza. In caso di turnazioni potrebbero aumentare le ore di frequenza pomeridiana e questo renderebbe ancor più necessario il soggiorno in loco.

Non vogliamo essere privati del sacrosanto diritto di studiare e di realizzare i nostri sogni, nonché di continuare a vivere quell’aria di casa che si respira da sempre nel Convitto. Infatti grazie al lavoro svolto dagli educatori, dalla preside e da tutto il personale addetto, non solo abbiamo un posto in cui soggiornare, ma un luogo in cui vivere una preziosa esperienza di crescita. In Convitto si studia insieme, si mangia insieme, si dorme insieme, si vive insieme. Vivere la realtà del Convitto è un privilegio che non tutti conoscono. A questo proposito vi invitiamo ad informarvi presso la segreteria del convitto. Aiutateci a non lasciar morire questa bellissima realtà, piuttosto aiutateci a valorizzarla come merita in quanto costituisce una preziosa ricchezza per tutto il territorio aquilano e oltre. Aiutateci a dare un lieto fine a questa storia e che sia invece di un lieto fine, un nuovo inizio.

I convittori e i loro genitori