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Conversione in corso per la LFoundry di Avezzano (ex Micron) che diventerà una grande start up della microelettronica

Dubbi e perplessità però sono stati espressi dai sindacati

Avezzano. Una grande start-up di microelettronica. Inizia a delinearsi il futuro dell’azienda più grande del territorio dove ogni giorno lavorano 1.500 dipendenti. Ieri i vertici di LFoundry hanno incontrato le parti sociali per iniziare a discutere dei vari passaggi che avverranno prima e dopo il trasferimento della proprietà nelle mani dei cinesi.

Poco si sa sull’arrivo della Jiangsu Cas-Igbt Technology e della Wuxi Xichanweixin Semiconductor che dovrebbe occuparsi della gestione del sito marsicano dove sono impiegate 1.500 persone. La Wuxi, secondo quanto riferito nell’incontro, è una grossa startup che vuole dedicarsi alla produzione di dispositivi analogici e Power. Sul futuro dei lavoratori, attualmente in contratto di solidarietà, sul piano industriale e sul passaggio definitivo dalla vecchia proprietà a quella in arrivo dall’Oriente, si sa ancora ben poco.

“E’ possibile che, viste le dinamiche in corso, ci saranno ulteriori cambiamenti nell’assetto societario anche nell’immediato futuro”, hanno commentato dalla segreteria provinciale della Fiom – Cgil guidata da Elvira De Sanctis, “lo stabilimento di Avezzano, essendo un pezzo della compagnia, potrebbe produrre sia i sensori d’immagine sia i nuovi dispositivi. Dal punto di vista industriale non sono state date certezze su cosa, quanto e quando pertanto permane un unico dato di fatto cioè che  continueremo a lavorare per On Semiconductor ancora per un anno. Anche sugli investimenti è confermato che non ci saranno a meno che le future strategie non prevedano una espansione della capacità produttiva”. Le parti sociali sono tornate a incalzare l’azienda sul vertice al ministero per lo Sviluppo economico che ancora non è stato convocato. “L’assenza di confronto con le Istituzioni è, a nostro avviso, grave”, hanno concluso dalla Fiom – Cgil, “manca un tavolo di monitoraggio e di garanzia”.

L’azienda ha comunicato che si sta delineando la possibilità di una grande start-up guidata completamente dal sistema industriale cinese e totalmente di proprietà dello stesso. Le previsioni sono incentrate sul cambio di mix produttivo, che dovrebbe garantire il sostentamento e lo sviluppo dello stabilimento e dei livelli occupazionali.

“Rimangono le preoccupazioni”, ha precisato Antonello Tangredi (Fim-Cisl), “da quanto emerso dalla discussione è parso di capire che nel futuro consiglio d’amministrazione non troverà posto la componente italo-tedesca dell’attuale pacchetto societario. Da quanto emerso dalla discussione è parso di capire che nel futuro consiglio d’amministrazione non troverà posto la componente italo-tedesca dell’attuale pacchetto societario. A breve avrà luogo un incontro dedicato alla questione MES che si ritiene di primaria importanza per le sorti dello stabilimento in quanto vincolante anche nella precedente comunicazione del 3 aprile 2019″.

Questo nuovo sistema fatto a tappe (che ha generato il ritardo del closing) è dovuto al fatto che si stanno elaborando tutte le soluzioni possibili per creare solidità economica e diventare una vera e propria Idm. Tutto ciò è stato riportato dall’azienda e si dovrebbe concretizzare con il closing previsto per il 19 luglio.

“Come Uil”, ha commentato il segretario Angelo Gallotti, “auspichiamo che ciò che oggi ci è stato detto e riportato dall’Azienda avrà le dovute conferme per il futuro dello Stabilimento. Sicuramente ci sentiamo di rimarcare che, quando nel 2018 abbiamo sottoscritto i contratti di solidarietà, avevamo fatto la scelta migliore, nell’interesse di tutti. Una scelta di cui, purtroppo, oggi si vantano sigle sindacali che ai tempi decisero di non sottoscriverla. La Uilm ha sempre la capacità di guardare avanti”.