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Consigli pratici: come far nascere un albero di Natale in salotto. Lo chiediamo ad Emanuela Eboli.

Benvenuti in questo nuovo appuntamento della mia rubrica. Oggi ho il piacere di ospitare un’amica e una professionista straordinaria, Emanuela Eboli, l’anima creativa che si cela dietro SpazioMio.

Emanuela non è solo un’esperta di home decor e una raffinata restauratrice di mobili antichi; è una cercatrice di storie. 

Emanuela, quando varchi la soglia di SpazioMio in questo periodo, sembra di entrare in una fiaba sospesa nel tempo. Qual è il cuore pulsante del Natale che hai immaginato per questo 2025?

Emanuela Eboli: Il Natale di quest’anno è un ritorno alle origini, un sussurro della terra che entra nelle nostre case. La mia filosofia si incarna nel concetto di “Natural Chic”: non è solo uno stile, ma un sentimento. È il desiderio di un’eleganza silenziosa e sostenibile, dove il lusso non è nell’eccesso, ma nella purezza di un materiale naturale e nella cura di un dettaglio artigianale. Immagino case che respirano in sintonia con il bosco, avvolte in un’atmosfera calma e autentica.

Guardando le tue creazioni, si nota una palette cromatica molto sofisticata . Quali sfumature dobbiamo scegliere per dipingere la nostra casa di festa?

E.E.: Dobbiamo lasciare che i colori ci raccontino una storia. Suggerisco di puntare sui toni del Verde Salvia, del bianco e del crema, riscaldati dalla materia viva del legno chiaro e da bagliori di oro opaco e rame. Per chi vuole osare con la fantasia, vedo meravigliosi accostamenti come l’Arancio Bruciato che incontra la salvia, o la profondità del Blu Navy illuminata da una polvere d’argento. Per i sognatori più romantici, consiglio la delicatezza del Crema e Oro Rosa o il calore ancestrale della Terra abbinata all’Avorio. Materiali come il lino, la juta e il vetro opaco faranno il resto, creando una danza di texture irresistibile.

Molti cercano la formula magica per rendere la propria casa “accogliente”. Tu parli spesso di piccoli gesti che sanno di “casa”

E.E.: L’accoglienza è un’arte fatta di piccole attenzioni. Immaginate di tornare a casa e trovare una ghirlanda di luci calde che brilla morbida, il profumo speziato di arance essiccate, cannella e anice stellato che fluttua nell’aria. Bastano un plaid scozzese abbandonato su una poltrona, una tazza di tisana fumante tra le mani e un angolo decorato con rami di pino e pigne per sentirsi protetti. È lo “Storytelling” delle decorazioni: ogni oggetto, che sia una pallina con una foto cara o un addobbo che porta il nome di chi amiamo, deve narrare chi siamo.

C’è un segreto che hai condiviso nei tuoi appunti, qualcosa che sembra provenire direttamente dalle leggende del Nord: l’idea che l’albero di Natale non si compri, ma si “coltivi”. Ci sveli questo rito?

E.E.: (Sorride) Sì, è una magia dedicata a chi ha ancora il cuore di un bambino. Spesso dimentichiamo che il Natale non dovrebbe essere stress, fili aggrovigliati o corse ai negozi. Secondo un’antica sapienza degli elfi, l’albero perfetto può nascere da un desiderio.
Si prende un vecchio vaso e si prepara un terreno speciale: un pugno di cannella per il profumo, briciole di panettone artigianale per la dolcezza e un “seme magico” scovato tra le pagine di un libro antico. Si annaffia con un goccio di vin brulé tiepido e, nella notte del 1° dicembre, si sussurra l’incantesimo: “Abetum Crescit Allegratus”. È un rito di speranza: ci insegna che, se sappiamo aspettare e curare i nostri sogni, la meraviglia fiorirà proprio nel centro del nostro salotto.

In un mondo che corre sempre più veloce, cosa augura Emanuela Eboli a chi cerca la magia?

E.E.: Auguro di fermarsi. Di riscoprire la bellezza nelle piccole cose, nel restauro di un vecchio mobile che ritrova vita o in una tavola apparecchiata con amore.

Un consiglio finale per i nostri lettori?
E.E.: Forse far spuntare un albero in salotto in una notte non è possibile davvero… o forse sì. Ma in un mondo che corre, credere nelle piccole magie resta uno dei bisogni più necessari che possiamo concederci a Natale. Tanti auguri a tutti!