ROMA – Una notizia che spezza il fiato. Il corpo senza vita di Emanuela Ruggeri, 32 anni, scomparsa il 14 luglio da Colli Aniene, è stato trovato nascosto tra i cespugli, in via del Mandrione, a ridosso dell’Arco di Druso. Il tragico ritrovamento è avvenuto nella serata di domenica, dopo giorni d’angoscia, appelli disperati e una città intera col fiato sospeso.
️ Una mamma disperata, una città mobilitata
“Sono una mamma disperata” scriveva solo pochi giorni fa la madre di Emanuela, affidando ai social un appello straziante. Descriveva ogni dettaglio della figlia: alta, occhi marroni, un brillantino sul viso, un piercing alla narice, e quella piccola cicatrice sulla fronte. L’ultimo avvistamento: Emanuela che esce di casa alle 20:35 del 14 luglio, indossando infradito maculate e una borsetta coordinata. Poi il nulla.
Il ritrovamento choc: il cadavere segnalato da un passante
È stato un signore, uscito col cane, a notare il corpo tra la vegetazione. Un’immagine terribile, nel silenzio di un angolo dimenticato della città. Immediato l’intervento della polizia e della scientifica, che ha eseguito rilievi fino a notte fonda.
Il corpo è stato identificato grazie ad alcuni tatuaggi e alla cicatrice sulla fronte. Emanuela era lì, sola, senza segni evidenti di violenza, ma con tanti interrogativi che pesano come macigni.
⚠️ Tante domande, nessuna risposta (per ora)
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Perché Emanuela si è allontanata quella sera?
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Cosa le è accaduto nei giorni successivi?
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È stata aiutata o fermata da qualcuno?
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Era sola nel momento della morte?
La Procura ha disposto l’autopsia, che si svolgerà presso l’Istituto di Medicina Legale di Roma. Solo allora forse emergeranno le cause del decesso. Ma il mistero resta fitto, e il dolore della famiglia ancora più grande.
Una comunità in lutto
“La notizia che non avrei mai voluto dare” – ha scritto Massimiliano Umberti, presidente del IV Municipio – “La ricerca di Emanuela è tristemente terminata. Mi stringo con dolore alla sua famiglia.”
Nel quartiere, la tristezza è palpabile. In molti avevano partecipato alle ricerche, condiviso l’appello, sperato fino all’ultimo. Ma ora resta solo il silenzio e una ferita che chiede giustizia.
️ L’Italia chiede verità
Emanuela non può essere dimenticata. Una giovane donna, una vita spezzata, un destino ancora oscuro.
Ora si attende che le indagini facciano luce sul perché e sul come di questa tragedia. La famiglia, e con essa una città intera, merita la verità.