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Colleferro, il comitato a difesa dell’Ospedale tuona: “no alla scissione”

Colleferro – “La manifestazione indetta dai Sindaci del comprensorio per sabato 10 luglio 2021 a Colleferro è stata decisa sulla base di presupposti non condivisibili, che non ci consentono di aderire.” Così inizia una nota a firma del Comitato Libero “A difesa dell’ospedale di Colleferro” che così prosegue integralmente: 
“Intanto è una chiara dimostrazione di quali siano i rapporti di forza dei Sindaci nei confronti della cittadinanza, che viene invitata ad aderire con un appello pubblicato su Fb solo tre giorni prima della manifestazione. Nessun coinvolgimento nella fase di preparazione di comitati, associazioni, forze sindacali, sociali, gli stakeholder territoriali, ma una decisione presa dall’alto e calata verso il basso, dove data, luogo e richieste sono state semplicemente comunicate.
Vogliamo conoscere il documento sulla base del quale i Sindaci hanno proclamato la manifestazione, i punti che sono stati considerati problematici o irrinunciabili, gli atti richiesti e non adottati, i tempi di risposta e ogni altro elemento utile a comprendere con chiarezza i motivi per i quali veniamo invitati a sostenere la loro iniziativa.
È stato deciso di manifestare a Colleferro, anziché davanti la Regione, contro la Direzione generale della Asl Rm5, l’organo di direzione amministrativa, che risponde del proprio operato alla Giunta regionale, l’organo esecutivo di decisione politica per eccellenza, chiamato a realizzare gli obiettivi programmatici e gli atti di indirizzo del Consiglio regionale.
Premesso che il Direttore generale è sottoposto alla valutazione dei Sindaci, il “bersaglio” della protesta doveva essere innanzitutto l’Assessore alla sanità, la Giunta regionale e il Presidente della Regione. E’ a loro che vanno chiesti chiarimenti sul modo di operare della Direzione aziendale, posto che il diretto interessato si rifiuta di interloquire.
Nemmeno è condivisibile il fatto che la manifestazione sarebbe stata decisa dai Sindaci solo dopo i gravi fatti accaduti al Pronto soccorso dell’ospedale di Colleferro.
Alcuni cittadini hanno inviato alla stampa le loro dolorose testimonianze e hanno con coraggio raccontato cosa significhi avere bisogno del pronto soccorso e non poter essere immediatamente e adeguatamente assistiti in modo dignitoso.
Testimonianze che da anni abbiamo portato all’attenzione dei Sindaci e di tutti gli organi di rappresentanza, denunce non solo cadute nel vuoto e ripetutamente smentite dal Sindaco di Colleferro, autore di una informazione rassicurante sui rapporti con la Regione, fatti “di collaborazione costruttiva tesa a tutelare la salute pubblica”. Evidentemente il confronto costruttivo non ha dato i suoi frutti migliori e il famoso “patto dei Sindaci” non ha rivoluzionato le politiche locali, come avevano promesso.
Quanto al dialogo tra comitati e cittadini abbiamo sempre trovato, dietro una futile ostilità preconcetta e pregiudiziale, la precisa volontà di non contrapporsi con serietà alle scelte politico-sanitarie della Regione, che impongono duri sacrifici alle nostre comunità a vantaggio della Capitale.
Quanto ai Sindaci (quali?) del comprensorio (della valle del Sacco?) chiediamo ancora una volta di conoscere le richieste che i Sindaci del territorio della Asl Rm5 hanno portato in senso alla Conferenza in materia socio-sanitaria e i motivi del mancato accoglimento.
In merito alla proposta di scissione dalla Asl Rm 5, posto che Colleferro e Palestrina costituiscono il Polo unico ospedaliero, vorremmo conoscere in modo trasparente almeno la posizione di entrambi i Sindaci.
L’assessore alla sanità, D’Amato, nella seduta del Consiglio regionale del 23 settembre 2020 ha affermato che non vi è nessuna iniziativa di carattere legislativo relativa a cambi di competenza territoriale dei Comuni interessati e del Comune di Colleferro dall’ambito dell’Asl Rm5 a quello della Asl Rm6, peraltro rimessa al voto di competenza della Regione.
Quali sarebbero questi immensi vantaggi, posto che l’indirizzo politico della Regione a cui deve uniformarsi la Asl Rm6 è lo stesso in materia di sanità pubblica?
L’ospedale di Velletri appartiene alla Asl Rm6 e circa un anno fa ha visto, a seguito di un provvedimento “temporaneo”, la chiusura intanto dei reparti di pediatria, ginecologia e ostetricia. Cosa cambierebbe o meglio quali sarebbero i vantaggi per chi abita a Colleferro o a Gorga?
Quali garanzie sono state chieste e date ai Sindaci, anche in materia di disponibilità delle finanze pubbliche, dal momento che proprio in questi giorni sarebbero stati deliberati dalla Regione 27 milioni di euro per la ristrutturazione complessiva dell’ospedale di Velletri?
Molti dei nostri ospedali sono spesso al centro della città: sono punto di riferimento di un vasto bacino e non è più possibile mantenerli in questo stato di debolezza, ma la scissione non è la risposta giusta per il territorio.
Gabriella Collacchi, Portavoce e Ina Camilli, Coordinatore del Comitato libero “A difesa dell’ospedale di Colleferro” –  Coordinamento territoriale
 
FB Comitato Libero “A difesa dell’ospedale di Colleferro”
Coordinamento territoriale