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Cinque anni fa la tragedia dell’hotel Rigopiano in Abruzzo

Giampaolo Matrone, che perse la moglie Valentina Cicioni, cita lo studio dell'Università di Treno secondo cui non ci sarebbe correlazione tra terremoto e valanga che travolse la struttura

PESCARA – “Quest’accurata perizia realizzata da uno dei massimi esperti del settore mi ha rassicurato: la tesi degli indagati si è dimostrata illogica“. E’ il commento di Giampaolo Matroneuno dei sopravvissuti alla tragedia di Rigopiano, allo studio dell’università di Trento commissionato dallo Studio3A-Valore Spa, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini che si occupa proprio del caso di Matrone, e condotto dal professor Nicola Pugno, secondo cui non vi sarebbe alcuna correlazione tra il terremoto e la valanga che si verificarono in occasione di uno dei più grandi drammi che l’Abruzzo, e il Paese intero, si è trovato a vivere il 18 gennaio di cinque anni fa.

Matrone, pasticcere di Monterotondo che oggi di anni ne ha 38, sotto l’hotel è rimasto per 62 ore salvandosi miracolosamente insieme a sua figlia Gaia. Non è stato così per sua moglie, Valentina Cicioni. Un dramma nel dramma per Matrone che, oltre alle ovvie ripercussioni psicologiche, ha riportato menomazioni gravi e invalidanti agli arti. “Dopo cinque anni non c’è ancora giustizia ed è la cosa più brutta di tutte, non tanto per noi che siamo sopravvissuti ma per Valentina e per le altre 28 vittime, che hanno perso la vita a causa dell’inefficienza di chi avrebbe dovuto tutelarci. Ogni anniversario diciamo che sarà l’anno buono, ma di fatto il processo è ancora agli inizi”.

“Speriamo nel 2022 – prosegue il superstite, che anche quest’anno non parteciperà ad alcuna cerimonia a Rigopiano – Non me la sento, è troppo dura: passerò la giornata con mia figlia Gaia. Ci torneremo in primavera e porteremo un fiore per Vale e tutti gli altri. Più si va avanti e più la mancanza di Valentina come moglie e come mamma è forte, ma con Gaia abbiamo stretto un patto, cerchiamo di trasformare tutti i ricordi brutti in ricordi belli, perché per vedere l’arcobaleno prima deve arrivare la pioggia“.

Matrone racconta che, proprio per amore della figlia, ha superato il “terrore” della neve. “Gaia, che aveva 5 anni all’epoca della tragedia, voleva trascorrere qualche giorno sulla neve, ma non ne avevo il coraggio: la neve ci ha tolto tutto. Poi però ho pensato che non era giusto privare di quest’opportunità mia figlia per colpa mia e mi sono fatto forza. Anzi, è stata Valentina a darmela, la forza: la sera prima di partire l’ho sognata, è stato un sogno bello: mi ha aperto la strada. Io e mia figlia abbiamo trascorso quattro giorni, dal 2 al 5 gennaio, a Ovindoli, in Abruzzo, ci siamo divertiti, abbiamo sorriso”. Nel 2022 Matrone ultimerà uno dei progetti che più gli stavano a cuore, il suo libro su Rigopiano. “Lo stiamo scrivendo ed è quasi finito, quest’anno uscirà e sarà ovviamente dedicato prima di tutto a Valentina: leggendolo tutti potranno conoscere che splendida persona fosse e quanto grande fosse il nostro amore”.

Sul fronte processuale a commentare l’iter è l’avvocato Andrea Piccoli, che tutela penalmente Matrone in collaborazione con Studio3A. “E’ vero che i consulenti tecnici nominati dal giudice in sede di giudizio abbreviato hanno chiesto una proroga di almeno 90 giorni per depositare la loro perizia, si andrà a marzo, ma se il Tribunale si decidesse a stabilire una calendarizzazione più serrata delle udienze, a cadenza quanto meno mensile, entro fine anno si potrebbe in effetti arrivare alla fine“. “Noi chiaramente sosteniamo con forza le evidenze scientifiche scoperte dai nostri consulenti e confidiamo che anche i periti del Tribunale giungano alla stessa conclusione, in particolare quella di ritenere totalmente slegati l’uno dall’altra il terremoto e la valanga. Fermo restando che comunque sussistono profili di responsabilità che esulano dalla questione e dall’eventuale rapporto di dipendenza tra questi due fenomeni – conclude il legale -, avendo attinenza piuttosto con la gestione complessiva dell’emergenza, con il fatto, ad esempio, che quell’hotel fosse aperto, che gli ospiti siano stati fatti salire quando la strada era già pressoché impraticabile per la neve e tutti gli altri aspetti e le omissioni tristemente note di questa vicenda”.  (www.dire.it)