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Centocinque anni fa la ferita inferta alla Marsica, come oggi il terremoto che distrusse Avezzano

Avezzano – Sono passati 105 anni da quel giorno del lontano 1915 quando una forte scossa di terremoto rase al suolo la città di Avezzano Il terremoto, con epicentro nella Piana del Fucino, provocò danni gravissimi non solo ad Avezzano ma in tutti i paesi dell’area fucense, della Valle Roveto e della media Valle del Liri, interessando un settore della catena appenninica che fino ad allora i sismologi consideravano caratterizzato da una sismicità poco significativa.
La scossa fu avvertita in tutta l’Italia centrale con effetti pari o superiori al VII grado Mercalli e fu seguita, nei mesi successivi, da più di 1000 repliche. Per l’estensione dell’area di risentimento, per il numero delle vittime, dei feriti, dei senzatetto, per il numero dei centri abitati sconvolti, rappresenta certamente uno dei terremoti più violenti che la storia sismica italiana ricordi.
La catastrofe suscitò un interesse ben più vasto dell’ambito regionale, trasformandosi in un avvenimento di rilievo storico nazionale: basti pensare che nelle vicende del terremoto furono coinvolti personaggi come Nazario Sauro, giunto con altri irredentisti in soccorso delle popolazioni colpite, il principe Torlonia, artefice del prosciugamento del Lago del Fucino, Benedetto Croce, Gabriele D’Annunzio, Don Luigi Orione. A causa degli eventi politici che caratterizzarono la vita nazionale alla vigilia dell’imminente entrata in guerra, presto del terremoto rimasero soltanto deboli tracce; già nei quotidiani del mese di febbraio poco spazio è dedicato ai problemi dei paesi terremotati

Una ferita profonda che non si rimargina e ogni anno viene ricordata dalla comunità marsicana con iniziative e commemorazioni.