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Celebrata a Carsoli la giornata delle barriere architettoniche – La testimonianza

disabili 1Carsoli. Come annunciato è stata celebrata a Carsoli in piazza Corradino, organizzata dalla Lega Arcobaleno, la giornata internazionale delle barriere architettoniche. Una iniziativa intrapresa dalle parole di Papa Francesco che incoraggia tutti a prendere coscienza del mondo della disabilità e dei disagi che ne conseguono.
Questa mattina dopo un assembramento, le iniziative coordinate da Anna Benedetti e Mena Tancredi, hanno registrato la presenza di giovanissimi che si sono resi disponibili a provare l’esperienza di non vedenti con l’ausilio di un bastone. Poi l’esperienza diretta ha riguardato il Presidente del Consiglio Comunale di Carsoli che in rappresentanza della istituzione consiliare ha accolto l’invito di sedersi in carrozzella e trasformarsi per qualche minuto in un disabile.

Una volontaria, Rossana Bellisario ha accompagnato il Presidente del Consiglio in un percorso che mimava l’esigenza di un disabile di poter raggiungere alcune attività commerciali situate nella medesima piazza.

Una esperienza forte per Daniele Imperiale, anche editore del nostro giornale ConfineLive al quale abbiamo  chiesto di raccontarla direttamente (e.p.)

DAL BASSO VERSO L’ALTO. Così vede il mondo un disabile. Ero stato in carrozzella cinque anni fa in seguito ad un intervento chirurgico alla gamba. Nel momento in cui sono stato invitato a salirci per celebrare la giornata ho pensato per un attimo di reimmedesimarmi in quella situazione post-operatoria. Nulla di tutto questo. Un conto è stare in carrozzella negli ampi corridoi ospedalieri, o in casa propria, un conto è girarci la Piazza. Quella Piazza poi in cui sono nato e cresciuto. Molte volte, anche in passato nell’ambito delle attività amministrative avevo avuto modo di ascoltare Mena rispetto alle esigenze di abbattimento delle barriere architettoniche. Ma certo vivendo direttamente e per pochi minuti questa esperienza, devo dire molto forte, si capisce subito che il disabile è costretto a vivere un mondo dal basso verso l’alto. Non per scelta ma per condizione di vita. Sono sempre stato convinto e testimone di una azione di aggregazione sociale, di non distinzione tra razze, culture, popoli, nazionalità e colore della pelle. Ma forse oggi ho potuto ben capire quanto siano difficili manovre, accessi, percorsi che quotidianamente mai riusciremmo ad osservare.

Partendo dal selciato, si avverte subito una sensazione di insicurezza che ti fa ballare tutto il corpo, lasciato in  balia e alle cure responsabili dell’accompagnatore. Guardi in alto le persone che ti parlano, avvertendo subito un certo distacco da questa realtà. La dimensione lineare ti porta immediatamente a guardare negli occhi chi come te è in carrozzella in quel momento. Ma da sempre e per sempre. Io so che a breve potro’ alzarmi e riprendere le attività di sempre, altri no. Nel percorso mi scontro con un lampione che impedisce di proseguire e quindi siamo costretti a scendere in strada e fare altre manovre.  Anche una semplice panchina troppo sporgente è un problema. Scendo dalla carrozzella, e devo trattenere un sussulto di commozione che sono riuscito a non mostrare.

Non intendo scendere nel pietismo, ma voglio portare questa testimonianza di consapevolezza; il mondo dobbiamo farlo guardare a tutti nella stessa linea di dimensione. Un impegno a cui non possiamo sottrarci.

(Daniele Imperiale)

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