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Carsoli, sei mesi senza l’amico Gianni Nazzari

Carsoli – Siamo sempre addolorati di fronte all’ineluttabilità della morte, quando poi a mancare è un amico vero, sincero, con cui hai condiviso momenti indimenticabili, pieni di gioia, di allegria, di ironia, allora il dolore, il ricordo, l’immagine rimangono sempre  lì,  indelebili,  nel tuo cuore e nella tua mente.

A volte i diversi impegni, lo scorrere inesorabile del tempo, la vita frenetica, sembrano momentaneamente accantonarli ma, immancabilmente, ritornano davanti agli occhi le risate, gli scherzi, le mangiate, i balli scatenati  e, soprattutto la certezza di avere un punto di riferimento, un amico come pochi, sempre disponibile con la sua generosità ed il suo altruismo.

Pur essendoci conosciuti in età adulta è nata subito tra noi un’amicizia profonda, quella che, normalmente, si costruisce con gli amici con cui abbiamo condiviso i diversi momenti della crescita, dell’adolescenza, della fanciullezza e della gioventù. Ma tu, amico mio, avevi il dono della comunicabilità, avevi quella luce negli occhi, quella positività che erano contagiose e ti travolgevano, riuscivi ad entrare immediatamente in sintonia, aprivi subito il tuo cuore, colmo di bontà ed affetto.

Caro Gianni, sei stato per me e per tutti noi  stimolo, linfa, energia per rinforzare i valori veri della lealtà, dell’onesta, della correttezza morale, dell’amicizia e, soprattutto, della famiglia.

E’ per questo che ci manchi tanto.

A che serve dire che l’importante è lasciare ricordi indelebili, momenti indimenticabili, grande testimonianza di amore e di affetto, segni nitidi ed incisi nel cuore, impronte profonde del tuo passaggio terreno, messaggi  e  soprattutto esempi,  sull’importanza del dare, del sapersi donare senza preoccuparsi di ricevere.

Nessuna benevola considerazione, nel tuo caso comunque riduttiva, potrà mai alleviare il dolore straziante dei tuoi familiari. Anzi, proprio per questa grande ed imprescindibile  presenza, nulla riesce a lenire minimamente le profonde ferite che la tua prematura dipartita ha lasciato.

Come dimenticare  l’incredibile compostezza e dignità del dolore e della forza di affrontare  una situazione che, fino a qualche mese prima, nessuno poteva immaginare, cercando di non essere di peso alla famiglia, cercando di trasmettere sempre il senso dell’accettazione e della speranza con quella frase che ripetevi spesso: e va be’, su!!!

Riuscivi sempre a vedere la luce  in ogni crepa, come scriveva Cohen, quella luce che non è stata minimamente offuscata ma la crepa, purtroppo,  questa volta ha sgretolato la montagna.

Tante telefonate, qualche visita ma mai nessun lamento, mai un momento di abbattimento anche se si percepiva benissimo il turbinio di pensieri, di emozioni che attraversavano il tuo cuore e la tua mente; non eri mai preoccupato per te ma avevi sempre il pensiero e lo sguardo rivolto alle tue persone care. Solo una volta, quell’indimenticabile pomeriggio, nella nostra ultima telefonata, ho avvertito un attimo di scoramento, di abbattimento. Ed ho capito. Mi stavi salutando e mi stavi mandando l’ultimo abbraccio. E dopo un po’,  in un attimo, delicatamente ed in punta di piedi, sei volato in cielo.

Per noi cattolici la morte dovrebbe significare l’inizio della vera vita, quella eterna, ma, nonostante la grande fede,  a  me sembra un’eternità che  non sei  più tra noi.

Ciao grande amico fraterno, un grande abbraccio da tutte le persone che ti amano e che ti vorranno sempre bene.

(Domenico D’Antonio)