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Carsoli, D’Antonio: “grave il rifiuto della sindaca al confronto tv per non voler guardare in faccia l’avversario politico”

Dito puntato anche contro il governatore Marsilio e l'assessore Liris per l'inopportuno incontro svoltosi in comune in piena campagna elettorale

Carsoli – “I supporters della sindaca si sono scatenati, in questi ultimi giorni, per cercare di deviare l’attenzione da un fatto gravissimo, ingiustificabile ed immotivato: il rifiuto della sindaca di confrontarsi con il suo avversario alle prossime elezioni comunali, con una motivazione assurda: “Mi rifiuto di guardare in faccia il mio avversario politico”. Con queste parole ha inizio una nota stampa a firma di Domenico D’Antonio consigliere in carica e candidato sindaco della Lista n. 1 “Unione Civica per Carsoli” che così prosegue: 

Erdogan alla Carsolana. Come può permettersi di fare il sindaco  chi non rispetta i suoi cittadini, chi li umilia, chi  crede di poter far tutto nelle segrete stanze del potere, chi non rispetta le elementari regole democratiche?

Ma, nel discorso di insediamento,  non aveva dichiarato di essere il  sindaco di tutti?

Come ho già detto in trasmissione a Info Media News  (canale 133 digitale terrestre) non ho la capacità di leggere nel pensiero degli altri ma questo comportamento è in perfetta continuità con ciò che è successo in questi 5 anni in Consiglio comunale dove non ha mai replicato ai miei interventi ed alle mie puntualizzazioni o richieste di chiarimenti: sempre e soltanto scena muta. E forse per questo non ha mai voluto che i Consigli Comunali fossero trasmessi in streaming.

Tutto ciò denota la sua concezione di gestione del bene pubblico: essere sovrano assoluto e considerare i cittadini sudditi   che non devono permettersi di contestare pena ritorsioni, minacce ed intimidazioni.

Si rimane esterrefatti nell’ascoltare  alcuni cittadini che si sentono assaliti dalla paura nel non votarla. Questo è il clima che è stato volutamente creato.

Non volendosi confrontare su argomenti e programmi i suoi adepti stanno cercando, in tutti i modi, di cercare lo scontro, la bagarre, di trascinarci in polemiche inutili ed inconcludenti e ad un livello di discussione che non ci appartiene.

Non vogliamo rispondere alle provocazioni e continueremo a mantenere un contegno e comportamento rispettoso dei cittadini che vorrebbero scegliere in modo consapevole e responsabile.

Abbiamo evitato di sollevare polemiche anche quando, scorrettamente e non rispettando le regole democratiche e la legge sono state organizzate manifestazioni ed eventi vietati durante il periodo della campagna elettorale.

Ora l’art. 1, comma 1, punto 4 della legge 22 giugno 2000 n. 150  afferma un concetto, ulteriormente ribadito dalla circolare n. 20/2005  del  Ministero dell’Interno, “i singoli soggetti titolari di cariche pubbliche, anche qualora ricoprissero una “doppia veste” in quanto al contempo amministratori e soggetti politici elettorali, possono sì svolgere attività di comunicazione politica, ma solo al di fuori dell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali. Deve quindi esserci una “netta distinzione di riferimenti, di riti, di mezzi, di risorse, di personale e di strutture utilizzati”.

E la legge 22 febbraio 2000, n. 28 all’art. 9, afferma chiaramente che “dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”.

Ora cosa c’era di indispensabile nell’organizzare inaugurazione ed eventi che potevano essere tranquillamente organizzati dopo le elezioni?

E per quale motivo il governatore Marsilio e l’assessore Liris  si sono prestati a fare da supporto ad una lista, candidata alle prossime elezioni comunali, contravvenendo al dettato della legge, partecipando ad un incontro che poteva svolgersi serenamente dopo la competizione elettorale e con il sindaco eletto e, quindi nei pieni poteri?

Cosa sarebbe cambiato in 10 giorni?

Oltretutto anche in questo il sindaco si è comportato da sovrano assoluto occupando la sala consiliare senza alcuna richiesta ed alcuna autorizzazione. Facciamo in modo che da “cosa nostra” il Comune ridiventi “cosa vostra”.”