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Carsoli, cinque anni fa l’ultimo addio al piccolo Edoardo Marcangeli: folla immensa e palloncini giallorossi

Carsoli – Cinque anni fà il 22 Agosto 2015. A fare da preludio ad una giornata che resterà impressa per la tristezza in ogni volto, una malattia che ebbe a colpire questo fiore, figlio della nostra comunità. Edoardo era un bimbo particolare dotato di un grande carisma la sensibilità ed un senso di responsabilità e di cognizione di vita non comune che lo hanno accompagnato nel saper affrontare con  coraggio e lucidità il sofferente decorso di tutto ciò.

Nella vita terrena era dotato del suo sorriso e del voler correre e del vivere in ogni modo la sua passione per il calcio sicuramente presa da papà Adelfo. Anche se molto giovane sapeva ben rapportarsi con gli amici della sua età ma ben sapendolo fare anche con gli adulti.

Uno spirito libero e composto di un figlio della nostra terra che a solo dodici anni venne chiamato a passare in una altra dimensione. Quel giorno non lo dimenticheremo mai. Un silenzio tombale sulla città piombò nel mentre di una festa patronale che venne sospesa dal comitato stesso. Non vi poteva essere lo spirito per fare alcunchè. Il lutto non era solo della famiglia, era dell’intera Carsoli e non solo.

Una anima candida dopo quasi due anni di calvario come oggi dunque è volato in cielo.

Ma in questi cinque anni, siamo certi che Edoardo ha avuto il dono di saper essere ancora sulla terra.

Attraverso l’azione dei suoi genitori: Adelfo, Cinzia, la zia Maura e tanti altri tra parenti ed amici che hanno creduto in un percorso diverso da quello terreno e che è scaturito nella costituzione dell’Associazione Edoardo Marcangeli Onlus che nacque nell’ottobre del 2015.

Da allora in poi la luce di Edoardo ha saputo brillare da una dimensione diversa da quella terrena, avendo la capacità di far sentire la sua garbata presenza. E chi è rimasto in terra ha voluto proseguire quello che era nel cuore di questo bimbo: la solidarietà, il pensiero per gli altri e per chi soffre.

Cinzia e Adelfo ed i familiari in quel lungo calvario ebbero a conoscere all’Ospedale Bambino Gesù i disagi e le difficoltà di chi da ogni dove d’Italia era costretto a lungodegenze nella capitale romana pur non sussistendo la capacità economica. Di qui la “Casa di Edo”, che da anni ormai accoglie gratuitamente famiglie gravate da problemi di salute gravi dei propri piccoli.

In questa casa regna sovrano uno degli ingredienti principali che serve nella vita e di cui il piccolo Edo era sicuramente un valido portatore: la solidarietà.

E di qui le molteplici iniziative annuali purtroppo interrotte dall’emergenza Covid, tante conviviali: sport, cultura, voglia di stare insieme. Ed intorno alla figura di Edoardo si è stretto un cordone particolare di connessione tra il mondo terreno e quello celeste in cui si trova questa anima buona sicuramente nel gradino piu’ alto del Paradiso.

Edoardo non è dunque morto, è volato in una dimensione diversa è andato da un’altra parte. E da quel posto ha saputo intercedere, ha saputo probabilmente recepire anche quelle istanze e quelle preghiere che gli sono state rivolte di fronte alla cappella gentilizia della famiglia Marcangeli ove riposa.

Non c’è il corpo ma l’anima vive e si è fatta sentire.

Una folla immensa gli venne a tributare l’ultimo saluto nella Chiesa Parrocchiale di Santa Vittoria con i palloncini giallorossi poichè era un accanito tifoso della Roma.

Che questo Angelo riposi nella pace eterna, e possa proteggerci perchè quaggiù ce ne è tanto bisogno.

 

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