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Allarme personale ospedali provincia dell’Aquila: situazioni gravi in alcuni reparti e infermieri demansionati

L’Aquila. Ennesimo grido d’allarme da parte del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, sulla carenza di personale nella Asl 1 di Avezzano-Sulmona-L’Aquila: a lanciarlo, Antonio Santilli, segretario del Nursind della provincia dell’Aquila e Chaled Milhem, segretario aziendale aquilano.

In particolare, Santilli e Chaled evidenziano in questa occasione la gravità della situazione al pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano, dove, denuncia Santilli: “C’è soltanto un medico”, all’ospedale di Sulmona, “in difficoltà anche a causa del demansionamento di diversi infermieri dovuto al poco personale su cui fare affidamento”, e nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale dell’Aquila, che, lamenta Chaled, “Può contare sull’apporto di soltanto undici infermieri”.

“Stando alla documentazione Asl1”, afferma Santilli, “è lo stesso nuovo primario, Carlo Rodorigo che in una nota del 18 marzo scorso ha denunciato al direttore sanitario e al capo di dipartimento (per conoscenza anche al direttore generale) una carenza del personale medico per coprire i turni”.

“Al momento, ci sono solo tredici medici che devono coprire il servizio h24 in tutto il bacino della Marsica, per cui coprendo anche i presidi di pronto intervento di Pescina e Tagliacozzo. Considerando che nel 2021, il pronto soccorso di Avezzano ha registrato circa 34mila prestazioni, con una media di un centinaio al giorno, la situazione di certo non è delle migliori”, continua.

 

 

“Stando alla risposta del capo di Dipartimento, lui stesso si assume la responsabilità dello stato delle cose con la presenza di un solo medico, mi chiedo come possa un solo medico coprire un lasso di tempo per prendersi cura di decine e decine di pazienti. Stiamo ancora in periodo di emergenza. Come può il servizio sanitario locale prestare la sua efficienza in queste condizioni?”, dice ancora Santilli, secondo il quale “Manca anche il personale infermieristico. L’ospedale di Avezzano è colpito da una voragine di carenze. Quando si deciderà ad assumere nuovo personale?”.

Stessa “musica” a Sulmona, nel cui presidio ospedaliero, svela sempre Santilli, “Si è arrivati a dover demansionare gli infermieri perché manca il personale per le altre mansioni, un’altra situazione surreale in una struttura sanitaria importante”.

Per quanto riguarda la Neurochirurgia del San Salvatore del capoluogo abruzzese, spiega Chaled, che ha inviato una lettera ai vertici aziendali e al direttore del reparto, Alessandro Ricci, “Fino a qualche anno fa, a fronte di ventidue posti letto, si poteva contare su 18 infermieri poi ridotti a quattordici, di cui una in maternità, una adibita ad altre mansioni e una purtroppo, in riposo medico per malattia di lungo corso. Pertanto, il reparto può contare sull’apporto di soli undici infermieri”.

“È noto”, fa notare poi, “che non si può considerare il reparto di Neurochirurgia alla stregua di altre realtà ospedaliere anche loro con grave carenza personale, sicuramente impegnative, ma di tutta evidenza con minore complessità e peculiarità, tanto che negli ultimi tempi i carichi di lavoro sono aumentati esponenzialmente, quindi ormai insostenibili, senza pregiudicare la salute psicofisica dei lavoratori. Appare scontato che in queste condizioni non possono essere assicurati, in via prioritaria, la necessaria e minima assistenza ai degenti, ma neanche i sacrosanti diritti del personale in servizio, che da più di due anni non riesce a tirare il fiato”.

“Gli infermieri sono il cardine del sistema sanitario nazionale, ma sorprendentemente le aziende sanitarie sono miopi e sorde nell’accogliere le loro legittime istanze”, aggiunge Chaled, che chiede “Un immediato incremento del personale turnista, poiché enormi sono le difficoltà anche nella programmazione mensile del servizio. Tutto ciò altro non alimenta che la sfiducia e la rassegnazione, in uomini e donne che per vocazione hanno fatto della loro professione una ragione di vita”, e annuncia proteste nel caso in cui la richiesta non fosse soddisfatta.