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Al via a Roma il progetto “Stanza tutta per sè”

Roma – Con una cerimonia sobria, ma significativa, il Vicario del Questore di Roma, Rossella Matarazzo, e le Presidenti dei tre Club romani del Soroptimist Intemational, unitamente alla Past President nazionale e ad alcune socie, hanno inaugurato, nell’ambito del progetto una “Stanza tutta per sé”, i lavori di rinnovamento della Sala per le Audizioni Protette, intitolata il 12 dicembre del 2008 alla memoria del dott. Nicola Calipari.
La stanza, che si trova presso gli Uffici della Squadra Mobile, resa ancor più accogliente da colori delicati e da un arredamento confortevole, è un ambiente funzionale e dedicato all’ascolto “protetto” di vittime di gravi reati, come maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, atti persecutori e pedopomografia.
In questa stanza, non solo i bambini e gli adolescenti, ma anche le “vittime in particolare stato di vulnerabilità”, possono sentirsi accolte e protette, così da rendere meno difficile il racconto, alla polizia giudiziaria, del proprio vissuto di violenza, abusi e sopraffazione, primo passo di un complesso percorso di liberazione dalla paura.
Il Protocollo firmato dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza con il Soroptimist International, si inserisce nell’attività di contrasto alla violenza di genere e per rafforzare la rete di protezione a tutela dei soggetti più fragili, in un periodo peraltro segnato dalla pandemia, che ha visto un incremento degli episodi di violenza e maltrattamenti fra le mura domestiche.
L’Associazione Soroptimist International è nata nel 1921, attualmente diffusa in 190 paesi, con 3000 club e 75.000 socie, che, nell’ambito dei progetti finalizzati alla promozione dei diritti umani, all’accettazione di tutte le diversità, nonché all’avanzamento ed al sostegno alla con.dizione femminile. Dal 2015 ad oggi, ha finanziato la realizzazione, all’interno delle strutture delle Forze dell’Ordine, di oltre 130 “Stanze” dedicate all’ascolto delle vittime.
L’Aula protetta vuole essere quindi uno spazio idoneo in cui le vittime possano raccontarsi al personale della Polizia di Stato specializzato nelle indagini per questi gravi reati, così da rompere il silenzio, uscire dall’isolamento e farsi aiutare, superando l’iniziale timore di entrare in un luogo istituzionale e ripercorrere il
proprio doloroso vissuto, soprattutto quando l’autore della violenza non è un estraneo, ma una persona cui la vittima è legata affettivamente.
L’aumento delle denunce rispetto al passato è anche l’effetto di una sempre maggior consapevolezza nelle vittime che è possibile uscire dalla spirale della violenza e che esiste una rete di supporto, di cui fanno parte anche le Associazioni e i Centri antiviolenza, in grado di sostenerle nel percorso.