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Acquedotto del Cerreto Jenne-Subiaco: indagini archeologiche verso la conclusione

Subiaco – Sono giunte quasi alla conclusione a Subiaco (Rm), nel cantiere Acea, le indagini archeologiche propedeutiche alla realizzazione di un tratto del nuovo Acquedotto del Cerreto da Jenne a Subiaco

Lungo via dei Monasteri, tra i monti Simbruini, a breve distanza dal monastero benedettino di S. Scolastica, la valle dell’Aniene si trasforma in una profonda gola, ove gli architetti di Nerone, per erigere i padiglioni della villa sublacense, costruita prima del 60 d.C., dovettero prevedere profondissimi tagli nella dura roccia calcarea, che nel c.d. Nucleo A, sul lato sinistro della strada salendo, sono piuttosto impressionanti. Alla loro base si trovano i resti di un padiglione termale con ninfeo, che gli scavi del 1994-1999 hanno dimostrato essere stato riutilizzato da San Benedetto verso il 510-530 per la fondazione del primo monastero benedettino. Il Nucleo A conserva inoltre la prima arcata di un ponte che, scavalcando il fiume, si collegava al Nucleo D, collocato di fronte, a destinazione residenziale

Alla fine dell’Ottocento, quando la mulattiera per Jenne correva ai piedi della parete rocciosa, del ponte si conservavano in elevato ancora varie arcate, fortunatamente disegnate nel 1883 dal famoso archeologo Rodolfo Lanciani prima che fossero rase al suolo per aprire la strada attuale (fig. 3). L’indagine archeologica preliminare è consistita, quindi, nel verificare quanto rimanesse delle pile e, in effetti, rimosso lo strato di asfalto del piccolo parcheggio, sono emerse due poderose fondazioni parallele in opera laterizia (fig. 4), affiancate da una larga platea, esattamente come rilevato dal Lanciani. É stata rinvenuta anche una fase di riutilizzazione moderna, probabilmente ottocentesca, consistente in un ambiente dotato di un piccolo forno.

Dalle testimonianze di Tacito, Plinio e Frontino si ricava che il fiume era stato sbarrato con dighe a formare tre laghi artificiali (i Simbruina stagna), scomparsi durante il Medioevo, da cui il nome della villa: Sublaqueum, in quanto sviluppantesi soprattutto a valle del lago superiore, compreso fra i Nuclei A e D. Lo scavo ha lasciato irrisolto il problema se le arcate corressero sulla sommità concava della più alta delle tre dighe, come crede il Lanciani, o se si trattasse di un ponte aereo, trovandosi la diga leggermente più a valle, ove la gola diventa un’angusta fenditura sul cui fondo giacciono enormi massi crollati in opera cementizia.

Gli avanzi delle pile e della platea sono stati rinterrati, ma saranno delineati con un colore diverso nella nuova pavimentazione del parcheggio.

Con il cantiere Acea ha conciso il cantiere del Comune di Subiaco per la messa in sicurezza, mediante reti e chiodature, della parete rocciosa, a rischio di instabilità idrogeologica, sovrastante il Nucleo A , ove la ripulitura dalla vegetazione ha rivelato nella parte più alta l’esistenza di tagli in precedenza sconosciuti (Zaccaria Mari)