Roma. Roma potrà disporre di stime annuali sul valore aggiunto e sul Pil riferite esclusivamente al proprio territorio, grazie a un accordo con l’Istat approvato dalla Giunta capitolina. L’intesa punta a realizzare il progetto “Conti territoriali a livello sub-provinciale per Roma Capitale”.
Dopo una fase sperimentale di 18 mesi, l’Istat produrrà stime dettagliate per macrosettori economici del valore aggiunto e del Pil a prezzi correnti, inclusi gli anni 2021, 2022 e 2023. Le stime saranno poi aggiornate ogni anno. Roma Capitale metterà a disposizione due tecnici esperti in materie statistico-economiche e collaborerà nella raccolta dati e nella diffusione dei risultati.
Un apposito Comitato scientifico – composto da esperti – si riunirà almeno due volte l’anno per monitorare i lavori, risolvere eventuali criticità e proporre iniziative. L’accordo avrà durata triennale.
“Ho voluto fortemente questo accordo perché ritengo fondamentale che Roma disponga delle stime economiche più autorevoli – ha spiegato il Sindaco Roberto Gualtieri –. È uno strumento indispensabile per la programmazione delle politiche e del governo del territorio. Il Pil della Capitale ha un peso specifico rilevante a livello nazionale, e da anni si discute di maggiori poteri e risorse per la città. Disporre di dati economici aggiornati e affidabili è quindi un passaggio obbligato e utile per imprese, famiglie, amministrazioni pubbliche e settore non profit. È quindi naturale essersi rivolti all’Istat, che dispone delle migliori competenze e metodologie per raggiungere questo obiettivo“.
“L’accordo con Roma Capitale è nato da un confronto con il Sindaco Gualtieri – ha aggiunto il Presidente dell’Istat Francesco Maria Chelli – e rappresenta un primo passo verso la produzione di stime del Pil a livello sub-provinciale, in linea con i conti economici territoriali già pubblicati secondo il manuale ‘Sistema europeo dei conti nazionali e regionali’ (Sec 2010). La sperimentazione metodologica durerà 18 mesi e porterà alla prima stima ufficiale del Pil e del valore aggiunto di Roma Capitale, suddivisa per i principali macrosettori economici: agricoltura, industria e servizi. Partire da Roma è stata una scelta naturale, ma la sperimentazione potrà estendersi anche alle altre città metropolitane“.