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A Roma operazione “Yellow trash remove”, vasta indagine su traffico illecito di rifiuti e imbrattamento con i cd. “cartelli gialli”

ROMA – Vasta operazione dei nostri agenti del NAD (Nucleo Ambiente e Decoro) su gravi reati ambientali: 9 i soggetti indagati, ritenuti responsabili per attività organizzata legata al traffico illecito di rifiuti; ad esito delle articolate indagini, il Nucleo NAD, unitamente a personale della U.O. SPE (Sicurezza Pubblica ed Emergenziale) e del Nucleo di Polizia Giudiziaria del Comando Generale, ha dato esecuzione alle misure reali disposte dal Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica, che hanno portato al sequestro di: 5 autocarri, utilizzati per la raccolta ed il trasporto illecito di rifiuti, con i rispettivi carichi di rifiuti, 2 porzioni immobiliari – per una superficie complessiva di circa 1000mq – interessate dagli illeciti ambientali, nonché delle attrezzature aziendali utilizzate per il perfezionamento delle attività imprenditoriali illegali, e di ingenti quantitativi di rifiuti urbani e speciali, pericolosi e non, ammassati in modo caotico su terreni privi di pavimentazione e in carenza dei necessari presidi ambientali, con correlato rischio di contaminazione delle matrici ambientali e a rischi d’innesco d’incendio.
Le indagini, avviate nel 2024 su iniziativa dei nostri agenti, sono partite dal fenomeno del deturpamento e imbrattamento legato all’istallazione di numerosi cartelli pubblicitari abusivi (c.d. cartelli gialli) sull’intero territorio capitolino, da parte di soggetti operanti nel settore di traslochi e degli svuota-cantine, peraltro oggetto di segnalazione da parte di cittadini e associazioni varie.
Le complesse attività investigative hanno delineato i ruoli degli indagati e la struttura organizzata in ogni fase del ciclo di gestione illegale dei rifiuti, oltre al sistematico utilizzo di due porzioni immobiliari per lo stoccaggio abusivo a cielo aperto di ingenti quantitativi di rifiuti, sottoposti a lavorazioni di separazione e selezione per la successiva commercializzazione di quanto vendibile e lo smaltimento delle parti prive di valore. Il tutto con l’utilizzo di mezzi privi dell’iscrizione all’albo preposto.
Tale sistema, del tutto illegale, ha consentito agli indagati di ottenere illeciti profitti, derivanti dai corrispettivi economici legati al prelievo oneroso dei rifiuti, dal risparmio dei costi relativi al regolare esercizio delle attività e dalla forma di pubblicità abusiva utilizzata attraverso i “cartelli gialli”.