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A Rocca Sinibalda la mostra antologica permanente al Museo Agapito Miniucchi

Rocca Sinibalda – A Rocca Sinibalda è possibile visitare la mostra permanente del Museo Agapito Miniucchi, allestito all’interno di uno spazio dedicato dal comune allo scultore concittadino nato nel 1923 e realizzatore di straordinarie opere artigianali realizzate con materiali naturali.

Le opere di Agapito Miniucchi (Rocca Sinibalda, 1923), realizzate con materiali naturali, quali il legno, la pietra e il ferro, intagliate, lasciate allo stato grezzo o lavorate, a volte segnate da sedimentazioni di piombo liquefatto, altre volte contrastate da elementi stridenti, come materiche colate di colore, seguono un nesso strutturale nel quale affiora con forza un inscindibile legame passionale con il vissuto umano.

LA MOSTRA ANTOLOGICA

La ricca Mostra Antologica Permanente Agapito Miniucchi di Rocca Sinibalda riflette il lungo percorso culturale dell’artista, improntato in gran parte su quel fenomeno stilistico che ha origine nel primo Novecento con la purezza materica che animava l’ungherese Constantin Brancusi (1876 – 1957), autore della Colonna infinita del 1937, un esplicito omaggio all’arte popolare contadina dell’Europa più arcaica.

Questa ricerca di essenzialità popolare portò poi una linfa nuova nel movimento informale degli anni ’50, e nei ’60 questa ricerca scorre parallela a quella dell’Arte povera, vicina all’area concettuale ma più interessata alla memoria antropologica. La continuità con quella tradizione che aveva avviato Brancusi e che era stata raccolta dalla scultura informale è stata ripresa negli anni ’80-90 da autori più liberamente legati alla memoria del mondo rurale.

Le opere di Miniucchi sono legate tra di loro da un delicatissimo senso di precarietà, di rischio, attraverso l’utilizzo di materie deperibili e fragili, legate, sospese nella parvenza di un istante irripetibile, sulla soglia di quel rischio dove la consapevolezza della morte dà pienezza dell’esistenza (Heidegger, Sentieri Interrotti, 1950).

Questo recupero arcaico della materia e della terra costituisce in Miniucchi una sensibilissima riflessione sul rapporto tra l’elemento naturale e l’intervento umano: un rapporto che vede l’uomo impossessarsi della materia per deformarla e adattarla alle proprie esigenze vitali.

Il nostro artista realizza le sue opere con materie naturali non per una scontata scelta ecologica, ma per compiere un’operazione vitale collocata nella sfera del sensibile. Sono sculture che recano in sè una dimensione sospesa, quella della memoria, che vuole riconoscerle come strutture del lavoro materiale (il telaio, il frantoio) o come reperti arcaici (archeologici, antropologici) mentre invece le percepiamo come materia estraniata dalla propria destinazione d’origine.

Accade allora che si inneschi inesorabilmente un’emozione forte provata da chi si trova di fronte a qualcosa che è riconoscibile come oggetto familiare, come elemento di un’antica realtà rurale, che diviene però oscuro perché separato dalla sua funzionalità e ridimensionato nella sua nuova esistenza poetica.

L’energia latente dei legni e delle pietre legati dal cuoio, dai vinchi e chiodi che ricordano la durezza del lavoro agrario, le strutture leggerissime come antichi telai, memori del paziente lavoro domestico femminile, i misteriosi frammenti che riecheggiano i reperti archeologici preservati nel calore vitale della terra da lavorare e da sfruttare, recano tutti la dolcezza di un legame intimo con l’antica vita contadina e ne ridisegnano la memoria attraverso la materia.

AGAPITO MINIUCCHI

Agapito Miniucchi è nato a Rocca Sinibalda il 26 settembre del 1923. Laureato in Medicina, è autodidatta in arte e accademico di merito dell’Antica Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia. Accanto alla produzione scultorea l’artista si è dedicato alla calcografia e al disegno. Fra le numerose mostre a cui ha partecipato vi sono l’VIII Quadriennale d’Arte di Roma nel 1959 e la Biennale di Venezia del 1986; tra le personali quelle alla Galleria Due Mondi di Roma nel 1976, a San Vitale nel 1983, a Charleston e New York nel 1977. Una sua opera in pietra è stata collocata al centro dei giardini di Piazza della Vittoria, su cui affaccia la sede del Museo, mentre altre opere sono custodite nel Castello di Rocca Sinibalda. Oggi l’interno territorio di Rocca Sinibalda fa parte del Cammino di San Benedetto.

Il Museo Agapito Miniucchi è sito in piazza della Vittoria 15, Rocca Sinibalda (RI) – Lazio