The news is by your side.

A Colli di Monte Bove si rinnova tradizione e fede con la festa di San Berardo

Colli di Monte Bove – Si rinnova la tradizione a Colli di Monte Bove che festeggia San Berardo. Insieme ai gemelli di Pescina questa mattina celebrazione solenne con Santa Messa celebrata dal Vescovo Mons. Pietro Santoro nella Chiesa intitolata al patrono di Colli che vi nacque nel 1079. Il 3 novembre di ogni anno l’appuntamento segue il semestre iniziato a maggio in cui la statua del Santo varca la soglia di abitazioni di confratelli per poi riuscire per la ricorrenza. Nuova cerimonia di passaggio per la statuetta che sarà ospitata per altri sei mesi da un nuovo confratello.

Nel corso dell’omelia il Vescovo Santoro ha ricordato la figura di San Berardo, che veglia sui popoli di Colli e Pescina tanto legati ab antiquo da questo sentimento di fede e devozione. I canti sono stati curati dal Coro Piana del Cavaliere. Presenti, anche le rappresentanze ufficiali dei rispettivi comuni con i sindaci di Carsoli (Velia Nazzarro) e di Pescina (Stefano Iulianella) e rispettivi presidenti del Consiglio Lorenza Muzi e Alfonsino Scamolla. Presenti le confraternite di San Berardo di Colli e Pescina.

“Anche oggi – ha affermato il primo cittadino di Carsoli Velia Nazzarro in una nota – abbiamo vissuto con grande intensità questo appuntamento che lega fortemente l’identità di Colli con quella di Pescina, all’insegna della millenaria storia di San Berardo che raccoglie fede ed autentica devozione”.

San Berardo nacque a Colli di Montebove nel 1079 dal conte Berardo e dalla di lui moglie Teodosia. Affidato in tenera età ai canonici della cattedrale dei Marsi, completò i suoi studi presso l’abbazia di Montecassino e successivamente fu chiamato da papa Pasquale II come suo stretto collaboratore. Il Pontefice, autore della Bolla che riorganizzò e ridefinì i confini territoriali della nostra Diocesi esattamente 900 anni fa, lo creò Cardinale e successivamente, nel 1109 lo elesse Vescovo di queste terre. L’opera di San Berardo fu molto meritoria poiché si adoperò per la moralizzazione dei costumi, soprattutto del clero locale, combatté la simonia e il concubinato e fu caritatevolmente sollecito nei confronti dei poveri. Fu il primo grande vescovo di questa Diocesi che governò con autorità e zelo pastorale fino alla morte, avvenuta il 3 novembre del 1130. Venne sepolto nella cattedrale di santa Sabina, presso l’antica Marruvium – attualmente San Benedetto – e nel 1361, col trasferimento della sede episcopale a Pescina, le sue reliquie vennero traslate nella nuova cattedrale di Santa Maria delle Grazie. Una prima ricognizione del corpo del santo venne fatta nel XIV secolo e successivamente se ne ebbero altre nei secoli XVIII e XIX, fino alla penultima del 1961 sotto l’episcopato di Mons. Domenico Valerii e il canonicato di mons. Antonio Ruscitti, allora parroco di Pescina. L’attuale ricognizione ha visto all’opera una commissione episcopale, presieduta dall’Ordinario Mons. Pietro Santoro, e formata da oltre trentacinque persone: tra cui l’attuale parroco di Santa Maria delle Grazie  il canonico mons. Giovanni Venti, il cancelliere e responsabile delle reliquie della Diocesi Don Ennio Grossi, i medici Agostino Cerasani, Nicola Gallotti e Mario Properzi. Il corpo di San Berardo, dopo la ricognizione, è stato rivestito di nuovi abiti pontificali eseguiti dalla celebre sartoria ecclesiastica “Lavs”: la veste corale, le calze e lo zucchetto sono di colore rosso porpora ad indicare la sua dignità cardinalizia, il camice è di lino bianco e sopra di esso il Santo indossa la stola, la tonacella di colore rosso e la casula bianca di foggia medievale. Il capo è cinto dalla mitria. L’anello episcopale e il pastorale sono stati donati dal Vescovo Santoro.