Carsoli – Emozione tradizione e fede per il 14 agosto. E’ uno degli appuntamenti piu’ importanti che apre di fatto il periodo dedicato ai festeggiamenti dei Santi Patroni di Carsoli. Nell’ambito di questa processione storica, che vede tornare il quadro della Madonna di S. Vincenzo nella Chiesa Parrocchiale per la festa del 22 Agosto, la comunità di Carsoli ha rievocato l’antichissima tradizione dell’Inchinata. Ieri sera unitamente al parroco don Umberto Di Pasquale, ad officiare il rituale è stato don Bruno Innocenzi, già parroco di Carsoli per tantissimi anni che è stato accolto con grande affetto.
Questa antichissima tradizione venne riscoperta alcuni anni fà quando in un documento storico di particolare importanza e significato. In questo antico scritto di don Antonio Zazza, risalente al 1880, lo stesso prelato nativo di Carsoli ( dove fu parroco) raccolse in alcune scritture, aspetti di testimonianze delle piu’ significative tradizioni carsolane.
Tra queste, si evidenzia in maniera particolare quella che per l’appunto riguarda il 14 agosto. Infatti in Carsoli era tradizione lo svolgimento della cosiddetta “INCHINATA”, quando la mattina di ferragosto nelle prime ore dell’alba, la Madonna di San Vincenzo tornava puntualmente nella Chiesa Parrocchiale per essere festeggiata. A Sant’Antonio (Porta Napoli) avveniva l’incontro con il Salvatore che era esistente presso la antichissima Chiesa di Sant’Angelo i quali ruderi ed il piccolo campanile sono ancora visibili nella magica cornice del nostro Castello.
La statua del Salvatore, passando per le Fonticelle raggiungeva questo punto ed aspettata la Madonna di San Vincenzo. Un rituale accompagnato dalle confraternite dell’epoca che era sempre molto sentito e commovente. L’incontro era suggestivo e tutta la popolazione commossa assisteva alle tre piccole genuflessioni di inchino che il Salvatore compiva in onore della Madonna.
Per riportare questa tradizione, diversi anni fà venne riproposta l’Inchinata seppure in una forma diversa dalla consuetudine, lasciando alla Patrona il compito di inchinarsi al ritorno della Madonna delle Rose che per tutto l’anno si trova nella chiesetta della Madonna di San Vincenzo. Ieri sera dopo l’Inchinata le statue sono state disposte esterno Chiesa dove si è svolta una funzione conclusiva celebrata da don Bruno Innocenzi e conclusa con fuochi artificiali predisposti dal comitato festeggiamenti.
IL MIRACOLO DELLA MADONNA DI SAN VINCENZO.
Il 22 agosto infatti è il giorno dedicato alla Madonna di San Vincenzo, che fu così denominata dall’allora parroco don Antonio Rosa “Madonna delle Rose” poiché nella parte posteriore del quadro è dipinto un bellissimo mazzo di rose.
Fino a qualche anno fa, non si sapeva molto sull’origine della Chiesetta di San Vincenzo, ma alcuni contatti tra i Comuni di Carsoli e di Tione degli Abruzzi, consentirono attraverso testimonianze e documenti di scoprire un fatto straordinario: il miracolo della Madonna di San Vincenzo!.
Tutto risale nel lontano 1836, quando alcuni fedeli della comunità di Tione degli Abruzzi, si recarono a Roma presso la Santa Sede.
I Tionesi, erano senza Santo Patrono, ed avendo saputo della disgrazia occorsa ad un giovane martire, per l’appunto San Vincenzo chiesero al Pontefice di poter prelevare i resti del Santo custoditi in una piccola ma bellissima urna.
Erano in otto, i fedeli di Tione che nel viaggio di ritorno, onorati ed entusiasti, si apprestavano a tornare nel piccolo centro dell’entroterra abruzzese.
La zona di Colli di Monte Bove, era infatti “barriera di dogana” in riferimento alla situazione storico-geografica dell’epoca, in quanto proprio in Colli era segnato il confine tra lo Stato Pontificio ed il Regno delle due Sicilie.
E per tornare nel paese natio, i Tionesi si imbatterono per l’appunto in alcuni gabellieri, che considerarono “merce” l’urna con le spoglie di San Vincenzo, pretendendo il pagamento del “dazio” (un oneroso tributo dell’epoca) per poter passare la frontiera.
Pertanto, due di loro proseguirono il cammino tornando a Tione e procurarsi il denaro necessario, mentre gli altri sei rimasero nella zona ove oggi sorge la Chiesetta, in attesa del rientro dei loro compaesani.
In quei giorni estivi del luglio del 1836, si scatenò un temporale violentissimo, che fu causa di distruzione di coltivazioni, case e baracche circostanti.
I tionesi piu’ che per loro, temevano proprio per l’urna, e cercarono in ogni modo di ripararla. Ma ecco che il Miracolo cominciava a prendere corpo con grande stupore dei sei tionesi.
Su di loro e quindi sull’urna, non cadde neanche una goccia, e nel giro pochi secondi, tra i tuoni e le folgori, fece capolino uno splendido raggio di sole che attraversò le scure e plumbee nubi…
I sei tionesi, non credevano ai loro occhi, ed iniziarono a pregare e ringraziare il Signore per quanto avesse fatto per loro.
In seguito tornarono i due fedeli con il denaro necessario raccolto con i sacrifici della popolazione, cosi’ fu possibile pagare il “dazio” e gli otto, ripresero il viaggio verso Tione degli Abruzzi.
L’urna “miracolata” viene ancora oggi venerata con molta fede a Tione, e quella stessa originale del 1836 viene portata in processione ogni 25 anni.
La Comunità di Tione, gia’ negli anni scorsi ha fatto dono alla nostra Parrocchia di una urna contenente il quadro di San Vincenzo martire, e per diversi anni divenne consuetudine la partecipazione in forma ufficiale della Comunità di Tione con partecipazione attiva alla processione del 14 agosto, mentre la Comunità di Carsoli partecipava la terza domenica di agosto alla processione in onore di San Vincenzo a Tione degli Abruzzi.
QUESTA LA PREGHIERA DELL’INCHINATA di cui per anni è stata data lettura durate l’incontro delle due statue in località Porta Napoli:
2008: Carsolani in visita a Tione