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Fumi nell’aria della Piana del Cavaliere, cresce la preoccupazione sul web per le verifiche della salubrità ambientale

Torna l'incubo degli olezzi maleodoranti che si sprigionano in determinate ore del giorno e della sera.

Piana del Cavaliere – Cresce la preoccupazione sul web e social media per quella che dovrebbe essere l’aria pura da respirare nelle zone di collina. La Piana del Cavaliere porta dell’Abruzzo e a due passi dalla capitale romana. Con il caldo estivo si ripropone dunque tutto intero un problema che da tempo viene riscontrato: l’emissione di olezzi maleodoranti che a “vampate” si fanno sentire senza alcuna ombra di dubbio. Un tema sul quale si alzò l’attenzione delle istituzioni locali, con particolare riferimento ai comuni di Carsoli e di Oricola, i quali attivarono una serie di monitoraggi e rilevamenti della qualità dell’aria. Ma non si è mai riusciti a localizzare “le fonti”, ossia chi e da dove genera la problematica, ed in aggiunta al fatto di voler giustamente capire se gli olezzi oltre a far storcere il naso, possano essere anche nocivi. Si è parlato di toluene, ma gli odori fastidiosi hanno quest’anno una connotazione diversa, si è passati dal sentore di gomma bruciata a ben altro aroma riconducibile a fetidi sprigionamenti che sembrano essere riconducibili ad emanazioni di fognatura. I sindaci dei quattro comuni del comprensorio hanno inviato una lettera richiedendo ancora interventi dell’Arta, e c’è attesa per i nuovi rilevamenti, che speriamo avvengano al più presto e soprattutto per le relative risultanze. Non che ci si debba lasciar andare nell’allarmismo ma servono sicuramente risposte certe e veloci.

IL REPORT DI INCIDENZA TUMORALE

Come si avrà modo di ricordare Carsoli e Oricola fecero riscontrare dati superiori alla media e rientrarono tra i primi 11 comuni su 37 per l’incidenza tumorale nella Marsica.  L’ultimo rapporto aggiornato del Registro Tumori della Regione Abruzzo è  risalente all’anno 2016, una istituzione che ha colmato inizialmente una grave lacuna e posto alcune sfide nel raccogliere e pubblicare dati. Da allora in poi però non vi sono stati aggiornamenti , e si teme che la situazione possa non solo essere invariata ma peggiorata nella Marsica.   “Come nel resto della nazione”, si legge nell’ultimo report, “anche in Abruzzo i cinque tumori più frequentemente diagnosticati sono stati: colon-retto (1141 nuovi casi, 14,6%), mammella (1090 casi, 13,9%), polmone (795 casi, 10,2%), prostata (766 casi, 9,8%) e vescica (646 casi, 8,3%). Prima per incidenza è la provincia dell’Aquila con 1855 casi, 1005 maschi e 850 femmine, corrispondenti a 6,12 tumori per 1000 abitanti”. Contro il trend regionale che in media è pari a 5,90 casi ogni 1000 abitanti. Una sezione specifica è stata dedicata alla Marsica che, in determinati archi temporali, ha mostrato un’incidenza di tumori maligni sensibilmente superiore alla media regionale e dunque degna di nota e di approfondimento dal punto di vista medico-scientifico.“E’ stata svolta un’analisi di approfondimento dedicata ai 37 comuni della Marsica”, si legge nello studio, “poiché negli anni 2004-2013 il rischio di tumore dei cittadini residenti in alcuni comuni della Marsica era stato significativamente più elevato rispetto alla media regionale”. Nel precedente report 2004-2013 a cura dell’ASR Abruzzo erano stati “8 i comuni marsicani che avevano mostrato un tasso di incidenza dei tumori maligni statisticamente significativo. Si tratta di: AvezzanoCelanoCarsoliLecce nei MarsiCerchioOricolaCollarmele e Aielli”. Per Avezzano, con un SIR (tasso standardizzato di incidenza) pari a 107, il dato “ è interpretabile come una probabilità di tumore del 7% superiore alla media regionale”, ma sono Collarmele e Aielli i comuni che presentano il SIR più elevato di tutti pari a 133. “Negli anni 2005-2009 il tasso di tumore dei comuni marsicani è stato stabilmente superiore alla media abruzzese. Nel periodo 2006-2008, il valore minimo SMR (tasso di mortalità standardizzato) osservato è stato di 59 (comune di Montefino), ed il valore massimo è stato quasi tre volte superiore: 174 (comune di Aielli)”. Tra i 14 comuni abruzzesi che hanno mostrato valori allarmanti anche nel triennio successivo (2009-2012 ndr.) vi è “una parte cospicua dell’entroterra marsicano: Avezzano, Aielli, Capistrello, Celano, Cerchio, San Benedetto dei Marsi e Trasacco. I risultati sono controversi e necessitano di ulteriori approfondimenti, anche per le verifiche dell’anno 2016 – 2017. “In particolare, in entrambi i trienni si sono osservati SMR molto elevati (≥140) nei due comuni di Aielli e Cerchio”. “A partire dal 2010, sino al 2013, la differenza tra le due incidenze, marsicana e regionale, si è di fatto annullata. Tuttavia, nel biennio 2014-2015 si è osservata nuovamente una differenza significativa, con tassi di incidenza ancora superiori nei comuni marsicani. Infine, nell’ultimo anno (2016 ndr.), le due incidenze sono tornate a sovrapporsi”. Questo, secondo quanto spiegato nello studio, sta a significare che nel biennio 2014-2015 “sono stati diagnosticati più tumori rispetto alla media regionale. Tuttavia sebbene questo trend”, tenendo sempre fede ai dati, “non si stato confermato nel 2016”, afferma l’ASR Abruzzo, “sarà necessaria la prosecuzione di analisi specificamente dedicate a questo territorio  per chiarire se sussistano tuttora degli elementi e dei fattori di rischio in grado di accrescere la probabilità di tumore della popolazione marsicana”. Tali approfondimenti, “per quanto opportuni, richiedono tuttavia risorse aggiuntive rispetto a quelle attualmente a disposizione del Registro Regionale”. Per l’anno 2016 “sono stati estratti i soli nuovi casi di tumore a carico di residenti in uno dei 37 Comuni della Marsica”. In estrema sintesi “i risultati relativi ai comuni della Marsica hanno segnalato, da un lato, che (a seguito di un’incidenza sempre superiore alla media a partire dall’anno 2004 ndr.) nel quadriennio 2009-2013 il rischio di tumore per la comunità marsicana si era allineato a quello del resto dell’Abruzzo. Tuttavia, nel biennio 2014-2015 sono stati diagnosticati più tumori rispetto alla media regionale; dato non confermato nel 2016”.