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Bracconaggio senza scrupoli: 19 denunciati, armi e richiami illegali sequestrati

Colpo duro dei Carabinieri Forestali nella provincia di Roma

ROMA – Una vera e propria guerra silenziosa contro la fauna selvatica si combatteva tra boschi e campagne della provincia di Roma. A fermarla ci hanno pensato i Carabinieri Forestali, affiancati dalle guardie volontarie della LIPU, che hanno chiuso con numeri impressionanti la decima edizione dell’“Operazione Recall”.

Il bilancio è pesante: 19 persone denunciate, decine di armi sequestrate, fauna abbattuta illegalmente e un sistema di caccia clandestina che minacciava seriamente la biodiversità del territorio.

L’operazione, condotta tra ottobre e dicembre in diverse aree sensibili – in particolare quelle attraversate dalle rotte migratorie di allodole e tordi – ha portato alla luce un uso diffuso e sistematico di richiami elettronici vietati, strumenti illegali capaci di stravolgere i percorsi migratori degli uccelli e condannarli spesso a una morte lenta per stenti e sfinimento.

Questi dispositivi, proibiti dalla Direttiva europea “Uccelli” e dalla Legge 157/92, attirano i piccoli migratori con versi artificiali potentissimi. Gli animali, già provati da lunghi viaggi, si posano a terra senza avere le energie per ripartire, diventando facile preda dei bracconieri o morendo per fame e fatica.

Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati penalmente 18 fucili con relativo munizionamento, 9 richiami illegali, una rete per l’uccellagione e 30 allodole utilizzate come richiami vivi, oltre a fauna abbattuta illegalmente: 23 allodole, 17 tordi bottaccio, 5 merli, 2 piccioni. Numeri che raccontano una devastazione nascosta ma costante.

Non solo: sono scattate anche denunce per abbattimento di specie protette, per manomissione di anelli identificativi, e persino per porto abusivo di arma da fuoco. Parallelamente, sono state elevate 33 sanzioni amministrative per un totale di circa 4.700 euro, legate a violazioni venatorie, eccessi di carniere, mancato rispetto delle distanze di sicurezza e persino all’abbandono dei bossoli sul terreno.

«I risultati dimostrano che la guardia non va abbassata – ha dichiarato Andrea Benvenuti, coordinatore regionale della vigilanza LIPU –. Solo un sistema efficace di controlli può contrastare il bracconaggio e difendere davvero la fauna selvatica».

Un’operazione che non è solo repressione, ma un segnale forte: la natura non è terra di nessuno. E chi la saccheggia dovrà fare i conti con la legge.