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Dal carcere alla speranza: Giovanni Battista e i segni del Messia nel Vangelo di oggi

Il brano del Vangelo do oggi domenica 14 dicembre 2025 ci conduce nel cuore dell’Avvento, tempo di attesa, ma anche di domande profonde e talvolta dolorose.

Giovanni Battista, il profeta forte e coraggioso, colui che aveva indicato Gesù come l’Agnello di Dio, ora è in carcere. È proprio lì, nella prigionia e nella prova, che nasce la sua domanda: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Non è il dubbio di chi non crede, ma l’interrogativo di chi, nel buio della sofferenza, cerca una luce. Giovanni ci assomiglia: anche noi, quando la vita stringe, chiediamo a Dio conferme, segni, parole che diano senso all’attesa.

La risposta di Gesù non è teorica, né consolatoria a parole. È concreta: rimanda ai segni del Regno. I ciechi vedono, gli zoppi camminano, i poveri ascoltano una buona notizia. Gesù non dice semplicemente “Io sono il Messia”, ma invita a riconoscerlo dalle opere di misericordia, di guarigione e di liberazione. È un Messia che non si impone con la forza, ma che trasforma la realtà partendo dagli ultimi. E aggiunge: «Beato è colui che non trova in me motivo di scandalo». Perché Dio sceglie vie umili, spesso lontane dalle nostre aspettative.

Poi Gesù parla di Giovanni alle folle e ne esalta la grandezza. Giovanni non è una “canna sbattuta dal vento”, non è un uomo comodo o mondano. È un profeta autentico, saldo nella verità, disposto a pagare di persona. È colui che prepara la strada, che indica, ma non trattiene. La sua missione è tutta orientata a Cristo.

Eppure Gesù conclude con una frase sorprendente: «Il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui». Non è una sminuizione di Giovanni, ma l’annuncio di una novità radicale: con Gesù si apre un tempo nuovo. Chi accoglie il Regno entra in una relazione più profonda, non fondata sul merito o sulla grandezza umana, ma sulla grazia.

Questo Vangelo ci invita a non scandalizzarci di un Dio che salva con la mitezza, a fidarci anche quando non comprendiamo tutto, e a riconoscere i segni della sua presenza nella vita quotidiana, soprattutto nei gesti di amore e di speranza. In Avvento, come Giovanni, siamo chiamati ad attendere… ma con il cuore aperto, pronti a lasciarci sorprendere da un Dio che viene.

IL TESTO DEL VANGELO:

Dal Vangelo secondo Matteo Mt 11,2-11 In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».