Chieti. La Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’ospedale di Chieti è prima in Abruzzo per numero di interventi sui tumori all’utero: nel 2024 ha diagnosticato e trattato oltre 50 casi di carcinoma endometriale grazie alla gestione multidisciplinare che ha coinvolto ginecologi, oncologi, radioterapisti, anatomopatologi e anestesisti.
A dirlo sono i numeri pubblicati dall’Agenas, agenzia nazionale per i servizi sanitari. L’unità operativa diretta da Marco Liberati è risultata la prima a livello regionale per numero di procedure di isterectomia per tumori uterini nell’ambito del Programma Nazionale Esiti 2025, basato sui dati dell’anno precedente.
Altro dato che emerge è il primato di Chieti per gli interventi eseguiti in robotica, che, come tutta l’attività chirurgica, è affidata ad Alessandro Lucidi, responsabile dell’Unità operativa semplice di Chirurgia ginecologica. Sono più di 100 i casi di neoplasie maligne dell’utero trattate con il robot “da Vinci Xi” all’ospedale “Ss Annunziata” negli ultimi due anni, dato che ha consentito di superare il valore soglia del numero di procedure richiesto dalla Società Europea di Ginecologia Oncologica per accreditamento come centro di riferimento per i tumori dell’endometrio. Più del 90% di queste procedure sono state effettuate con approccio mini invasivo, che riduce degenza e dolore post-operatorio.
“La chirurgia robotica permette di ottimizzare la visione – spiega Lucidi, mano chirurgica che ha eseguito gli interventi – vale a dire un’osservazione più precisa, tridimensionale, con immersione totale nel campo operatorio. Nelle pazienti obese, soprattutto, è possibile arrivare ad aree non sempre raggiungibili in sicurezza attraverso i canali tradizionali.
Ecco perché il robot è ritenuto strumento di grande efficacia per le pazienti affette da carcinoma endometriale specie in situazioni complesse, nelle quali tale approccio comporta benefici in termini di riduzione di complicanze chirurgiche e giorni di degenza, migliorando anche l’apprendimento per i giovani chirurghi. E’ importante, però, affidarsi a presidi che abbiano strutturato per la patologia ginecologico-oncologica un percorso multidisciplinare, con consulti periodici fra gli specialisti interessati. Così come la presa in carico della donna dalla diagnosi al trattamento ai controlli successivi, mettendo a disposizione, all’interno della struttura stessa, tutte le prestazioni e i servizi necessari per rilevazione e trattamento di eventuali recidive”.