TIVOLI – Momenti di puro terrore nel Pronto Soccorso dell’ospedale San Giovanni Evangelista, dove un paziente in preda a una violenta agitazione ha seminato il panico tra i corridoi, scagliandosi contro infermieri e operatori del 118. Un episodio fulmineo e brutale, l’ennesimo in una lunga serie che sta trasformando i reparti d’emergenza in terre di nessuno.
Secondo quanto trapelato, gli operatori stavano cercando di assistere l’uomo quando, all’improvviso, la situazione è degenerata: calci, urla, spintoni. Un’aggressione improvvisa che ha lasciato il personale sotto shock e nuovamente esposto a rischi sempre più insostenibili.
La politica, ancora una volta, si affretta a esprimere solidarietà, ma nei reparti monta la rabbia: sanitari in trincea, con stipendi che definire “insufficienti” è un eufemismo e contratti spesso precari, si trovano ogni giorno a fronteggiare non solo carichi di lavoro immani, ma anche un clima di aggressività crescente.
Da più fronti arriva un appello pressante alla Regione Lazio: servono misure immediate, concrete, drastiche. Perché – denunciano sindacati e operatori – senza interventi strutturali “la prossima volta potrebbe andare molto peggio”.
Negli ospedali, ormai, la domanda è una sola: quanto dobbiamo aspettare prima che qualcuno ci lasci davvero la pelle?