UFFICI STAMPA NAZIONALI – Questa mattina Riposto si è svegliata con un’emozione diversa, fatta di silenzi raccolti e di passi che portavano tutti verso lo stesso punto: il cuore del quartiere Scariceddu. Lì dove Franco Battiato vide i suoi primi giorni e dove oggi un murale lo osserva con quello sguardo assorto e visionario, la città gli ha dedicato ufficialmente una piazza. Non un semplice spazio urbano, ma un luogo che da anni era già diventato spontaneamente santuario di memoria, meta di chi cercava un momento per ringraziarlo, per ascoltare ancora una volta la sua voce tra le pieghe dell’aria.
L’intitolazione ha richiamato un pubblico straordinario, composto da istituzioni, cittadini e tante persone che hanno portato con sé un ricordo personale dell’artista. C’erano il Prefetto di Catania Pietro Signoriello, il sindaco Davide Vasta con l’amministrazione comunale, rappresentanti delle forze dell’ordine e della società civile, fino al fratello del Maestro, Michele, discreto e profondamente toccato dalla partecipazione collettiva.
La cerimonia si è aperta con due simboli: l’Inno nazionale e Madreterra, affidati all’orchestra e al coro dell’Istituto “Giovanni Verga”. Le voci dei ragazzi, dirette con cura dai maestri Alfio Di Bella e Raffaella Vitale, sembravano intrecciarsi perfettamente allo spirito di Battiato, che della Sicilia ha sempre raccontato luci, ombre, spiritualità e radici.
Le parole del sindaco Vasta hanno restituito il senso profondo del gesto: non una celebrazione formale, ma un atto di riconoscenza verso un artista che ha trascinato la musica italiana oltre i suoi confini, trasformandola in ricerca, visione, identità. Una piazza che diventa, dunque, un seme: un invito a custodire la memoria e a farla crescere nelle generazioni future.
Il momento più toccante è arrivato con La cura, interpretata dalla giovane studentessa Laura Sorbello. La sua voce limpida ha avvolto la piazza mentre i bambini deponevano rose bianche ai piedi dell’altorilievo realizzato da Orazio Costanzo. In quel gesto semplice, quasi rituale, si è raccolta l’eredità emotiva di un artista che ha insegnato a milioni di persone a cercare dentro sé stessi un senso più alto.
Subito dopo, il Prefetto Signoriello – visibilmente emozionato – ha scoperto la targa della nuova “Piazza Franco Battiato”, dono dell’artista Niki Cilia alla città. Nelle parole del Prefetto è risuonato il ricordo personale di un ragazzo che, grazie alla musica di Battiato, aveva intravisto un orizzonte nuovo, più colto, più vasto. «L’onore è mio», ha detto, restituendo con semplicità l’impatto che quell’opera, quegli accordi e quelle parole ebbero sulla sua vita di allora.
La benedizione impartita da Don Marco Catalano ha suggellato il momento, mentre Michele Battiato ha ringraziato con voce pacata, lasciando trasparire la dimensione intima di quel legame: un fratello che vede il mondo riconoscere e proteggere ciò che per la famiglia è sempre stato casa, affetto, storia.
Riposto oggi non ha soltanto una piazza in più; ha un luogo che custodisce un pezzo della sua anima. Un luogo dove tornare quando c’è bisogno di ascoltare la musica che non passa, quella che – come Battiato – sa ancora indicare una direzione nel caos del tempo.
